Caserta: tutelare le occasioni di sviluppo dal crimine
Molti i dossier all’analisi del prefetto: non vanificare i grandi sforzi compiuti contro la criminalità organizzata
È «a buon punto» l’analisi dei dossier aperti su Caserta, iniziata dal prefetto Raffaele Ruberto e dal 28 ottobre scorso in mano al neo prefetto della provincia Giuseppe Castaldo, partito, come lui stesso sottolinea «dalla conoscenza del territorio e dal proficuo rapporto con le Istituzioni».
Sono dossier che riguardano problemi di legalità, crisi occupazionali, Comuni in default o in predissesto, scioglimenti per infiltrazioni camorristiche, “malamovida”, e che il prefetto passa al vaglio in una approfondita intervista rilasciata oggi al quotidiano “Il Mattino”.
Con i fondi Pnrr alle porte e la criminalità organizzata sempre pronta a cogliere l’occasione di infiltrarsi nell’economia è questo il rischio subito posto all’attenzione «negli incontri che ho avuto con le autorità del territorio, dalla magistratura alle forze dell’ordine – fa sapere il prefetto -. Non si possono vanificare i grandi sforzi investigativi e repressivi compiuti contro la criminalità organizzata. Dobbiamo mettere in campo azioni di prevenzione rispetto alle aggressioni all’economia legale».
Un impegno non facile, per questo, sottolinea Castaldo «vanno colti i segnali che arrivano dalle categorie, dalle associazioni, dalle rappresentanze. È in questo momento difficile per molti che chi ha capitali sporchi da riciclare potrebbe farsi avanti per aggredire attività legali, impossessarsene mettendo fuori chi non dispone di liquidità per andare avanti, per affrontare le turbolenze del mercato».
Dal lato dell’usura, ci sono «poche denunce – continua il prefetto -. Male, dobbiamo conquistare la fiducia di chi è in difficoltà affinché si decida a segnalare. A denunciare sapendo che ci sono strumenti di aiuto e di protezione. A questo deve affiancarsi il nostro sforzo di saper cogliere i segnali, saper leggere i dati, dialogare con le antenne e le sentinelle che ci sono».
Proprio su questo aspetto, dice il prefetto «le associazioni possono ad esempio segnalare le anomalie nei passaggi di proprietà, nelle variazioni di assetti societari sospetti. È un aiuto ai singoli, è un aiuto alle istituzioni chiamate ad agire a tutela delle legalità. Ne ha parlato can i vertici della magistratura e delle forze dell’ordine».
E con i vertici di queste istituzioni, sottolinea Castaldo, «dobbiamo affinare ancora di più i nostri strumenti di conoscenza e di lettura dei dati. Le nuove tecnologie, soprattutto informatiche, sono strumento, direi un’arma, per poter combattere la battaglia senza lasciarci sfuggire elementi che con analisi approfondite sulle cifre possono venire alla ribalta. Le anomalie possiamo coglierle per poter intervenire in maniera tempestiva intercettando flussi come le cessioni a prezzi stracciati o anomali passaggi di proprietà. Il ruolo delle sentinelle, delle antenne che sono le associazioni e le rappresentanze sono fondamentali e per questo il rapporto di collaborazione e di dialogo va potenziato. Un rapporto di fiducia che deve crescere nell’interesse di tutti: a Caserta si denuncia poco, chi subisce o ha subito deve avere contezza che abbiamo strumenti per stroncare l’usura. Abbiamo intese con le associazioni e con una Camera di Commercio che si mostra molto attiva. Spezzare le catene è più efficace che farsi strozzare giorno dopo giorno».
Tra i temi toccati, il prefetto ha parlato anche del ruolo di mediazione che la prefettura spesso si trova a svolgere a causa delle crisi occupazionali: «In provincia di Caserta ci sono nuclei industriali strategici. In questo momento sono le vertenze di lavoro In tema di passaggio di cantiere per la raccolta dei rifiuti e dei servizi di pulizia ad avere le maggiori difficoltà. Alta e la litigiosità. Abbiamo però anche un tessuto industriale vivace, che manifesta segnali di slancio e di crescita nelle aziende all’avanguardia in settori tecnologici avanzati. Ogni posto di lavoro perduto è una sconfitta di tutta la comunità. Ne parlavo appunto con i rappresentanti di Confindustria qualche giorno fa. Il nostro ruolo è di mediazione, le cosiddette procedure di raffreddamento. per evitare ricadute sociali. Ci sono preoccupazioni ma anche incoraggiamenti».
Tra quest’ultimi, un dato «che mi ha positivamente meravigliato – racconta il prefetto – è che la provincia di Caserta è quarta in Italia, dopo Milano. Roma e Napoli, per le procedure di emersione del lavoro Irregolare partite nel 2020. Abbiamo avuto 6.628 domande di cui 2.914 nel settore agricolo e 3.709 in quello delle collaborazioni domestiche». Anche se legato alla forte presenza dell’immigrazione irregolare o clandestina «va colto in senso positivo – afferma il prefetto-. Un aiuto che porta a contratti e regolarizzazioni delle presenze. Un cuneo in una realtà dove i gruppi clandestini sono radicati da anni con effetti complessi nella realtà sociale».
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