A tutto tango! L’intervista all’artista Domenico Benvenuto, ballerino napoletano in giro per il mondo

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Napoli, 6 ott. –  Il tango è la magia silenziosa degli abbracci stretti e degli sguardi profondi. Amato e diffuso in tutto il mondo, calamita attenzione ed interesse di tanti professionisti e appassionati del genere. Domenico Benvenuto trentasettenne napoletano, è un batterista jazzista e ballerino di tango argentino. Artista a tutto tondo, Benvenuto si dedica al tango parallelamente alla sua attivitá da musicista professionista, apprendendo e viaggiando assiduamente per il mondo. Ha studiato con i più grandi maestri della scena internazionale: Gianpiero Galdi & Maria Filali, Sebastian Arce & Mariana Montes, Mariano chico frumboli, Sebastian Jimenez e tanti altri. Per apprendere l’arte del tango minuziosamente, ha vissuto a Buenos Aires dove ha avuto la possibilitá di frequentare importanti scuole. Da 3 anni gira l’Italia e l’Europa per esibirsi in show di successo e workshop di tango. E’ da poco reduce da un lavoro In Polonia, precisamente a Cracovia, dove ha  collaborato con la ballerina Aneta Orlik, riscuotendo un notevolissimo successo con la comunità tanguera polacca più d’avanguardia.

Alter tango. Cosa vuol dire per un napoletano verace interpretare la danza della passione Argentina?

Il tango nasce da una danza folkloristika di uno dei paesi al mondo del sud, l’Argentina e ballarla da “napoletano” mi consente di “sentirla” ancora di più. In questa danza c’è tutta la forza delle emozioni che accomuna napoletani ed argentini!.

– Il ballo le ha plasmato la vita. Come si è avvicinato a questo mondo?

Il tango è fatto di musica sopratutto; i testi e le armonie sono profondi e sentimentali, e queste caratteristiche sono state inizialmente una forte motivazione. Sono un musicista e in quanto tale sono stato rapito da questa suadente melodia su cui ho iniziato poi a danzare.

– Musica e lavoro l’hanno vista attraversare l’Europa. È reduce da un workshop in Polonia. È riuscito a scaldare le gelide atmosfere cracoviane?

Devo dire che non mi aspettavo tanto calore da parte loro. Ho riscontrato negli allievi una gran bella voglia di imparare e studiare per formarsi nella loro crescita nella disciplina del tango, poi essere affiancato da una professionista come Aneta Orlik mi ha reso anche più tranquillo. In molti pensano che il tango sia una disciplina esclusiva dei paesi “caldi”, eppure la musica e la danza seguono un linguaggio universale che non conosce limiti o confini.

– È anche un musicista apprezzato, oltre che ballerino e maestro di danza. Qual è la sua perfetta sintesi artistica?

In realtà non riesco a separare le due cose: una dà l’energia all’altra; ogni giorno dedico ore allo studio della musica e ore allo studio di tango. Questo mi conferisce il giusto equilibrio per poter eseguire bene entrambe le cose … spero!

– Ha una scuola tutta sua. Gli obiettivi futuri per lei e i suoi allievi?

Si, attualmente insegno in una bella struttura a Castellammare di Stabia, che si chiama CAT. Lì abbiamo corsi e workshop di tango in alcuni giorni settimanali, con gli obbiettivi di far diventare la struttura una casa del tango in futuro, un posto per tutti. I miei obiettivi personali sono quelli di continuare a ballare e frequentare questo mondo ricco di belle persone e arte.

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.