29 Dicembre 2024
Magazine

Addio a Cesare Ragazzi, fu il primo a fare spot al trapianto di capelli

Condividi

(Adnkronos) –
L'imprenditore Cesare Ragazzi è morto all'età di 83 anni la sera di venerdì 27 dicembre nella sua casa di Bologna a causa di un malore improvviso. Fu il primo testimonial del trapianto di capelli.  "Parola di Cesare Ragazzi": era questo lo slogan, diventato un tormentone tra gli anni '70 e '80, grazie a una delle pubblicità più trasmesse dalle tv locali tra un cartone animato giapponese e una telenovelas. A idearlo e a promuoverlo fu l'imprenditore Cesare Ragazzi in persona e grazie a quella pubblicità di successo, divenne un personaggio televisivo, rendendo famosa l'invenzione di una protesi tricologica, ovvero un trapianto non invasivo che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto, attraverso un nastro apposito. Lui stesso l'aveva definito "un parrucchino di capelli naturali". La sua azienda specializzata in soluzioni per la calvizie si racconta che poteva vantare tra i suoi clienti anche il cantautore Lucio Dalla, notizia peraltro mai confermata nè smentita. Nato a Bazzano (Bologna) il 22 agosto 1941, Cesare Ragazzi da giovane fece parte per diletto della band chiamata 'I Vagabondi', nella quale ricopriva il ruolo di chitarrista e di seconda voce. Alla fine degli anni Sessanta fu traumatizzato dalla perdita dei capelli e si mise a studiare il problema della calvizie. E il problema diventò anche la sua professione, creando una ditta che si occupò di vendere protesi tricologiche per tamponare la calvizie. La sua ascesa imprenditoriale è esplosa grazie al boom delle tv private degli anni '80, che gli consentirono di occupare spazi pubblicitari immensi per vendere i suoi prodotti. "Salve, sono Cesare Ragazzi, mi sono messo in testa un'idea meravigliosa" era lo slogan che da spot divenne fenomeno di costume.  L'imprenditore in tv si pettinava, si immergeva, nuotava, tutto a misura di ciò che intendeva reclamizzare: capelli nuovi e resistenti. Grazie alla sua popolarità è stato ospite in diverse trasmissioni televisive tra cui 'Quelli che il calcio', 'Passaparola', 'Torno sabato' di Giorgio Panariello. A Cesare Ragazzi venne chiesto di interpretare sé stesso nel film 'Arrapaho' degli Squallor ma rifiutò; al suo posto venne utilizzata una sua controfigura che ne mantenne il nome. Ragazzi è stato citato nel film 'Vacanze di Natale' di Carlo Vanzina e dal duo Villaggio-Dorelli nel film 'A tu per tu', nelle canzoni 'Black & Decker', 'Piacere Pesce' e 'Rep e rip', tratte dall'album 'Arrapaho' sempre degli Squallor; nei brani di Caparezza 'Annunciatemi al pubblico' e di J-Ax 'L'Uomo col cappello', nella canzone 'La Pentola' della Paolino Paperino Band. Dopo aver aperto 80 centri in Italia e 8 all'estero, partendo da un piccolo laboratorio in Valsamoggia (Bologna), nel 2008 avvenne il crac. Nel 2009 la società fondata da Cesare Ragazzi fu dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna.  Lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia. (di Paolo Martini) —[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Redazione

I nostri interlocutori sono i giovani, la nostra mission è valorizzarne la motivazione e la competenza per creare e dare vita ad un nuovo modo di “pensare” il giornalismo. [email protected]