Adeguare la legislazione antiusura: a Napoli il convegno per approfondire il tema
Il commissario straordinario Cagliostro: armonizzare le modalità di alimentazione dei due fondi di prevenzione e di solidarietà
Adeguare la legislazione antiusura in funzione del mutamento del fenomeno e della capacità delle mafie di approfittare di ogni occasione per riciclare il denaro derivante dalle attività criminali. È quanto emerso nel corso del convegno che si è tenuto a Napoli il 16 ottobre scorso, organizzato dalla Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, in occasione del 25° anniversario della sua fondazione.
In apertura dei lavori, il presidente Luciano Gualzetti sottolineando l’incremento dei casi di povertà e sovra-indebitamento a causa della pandemia, ha illustrato l’attività svolta dalle 33 fondazioni che costituiscono la Consulta, orientata da sempre alla salvaguardia della coesione sociale.
Tra gli intervenuti, la prof.ssa Antonella Sciarrone Alibrandi, pro-rettore vicario dell’Università Cattolica, che ha illustrato la proposta di riforma elaborata dal tavolo tecnico costituito insieme alla Consulta e che prevede la modifica della legge 108/96, con particolare riferimento alla possibilità di accesso al Fondo di solidarietà anche da parte delle famiglie e non solo degli operatori economici.
Sul punto, il commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Giovanna Cagliostro, si è detta d’accordo sull’opportunità di adeguare la normativa di riferimento anche in considerazione del quadro sociale determinato dall’emergenza sanitaria.
Il nuovo sistema delineato – ha aggiunto – dovrebbe tuttavia considerare, preliminarmente, le modalità di alimentazione dei due fondi di prevenzione e di solidarietà, armonizzandoli. Quanto all’ipotesi di estendere la platea dei beneficiari, secondo il prefetto Cagliostro, un accurato approfondimento e confronto tra tutti gli attori coinvolti nel processo non è più rinviabile.
All’evento ha partecipato anche il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale ha evidenziato, tra l’altro, l’importanza delle fondazioni antiusura nell’ambito della prevenzione.
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