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Afghanistan, Di Maio: corridoi umanitari, non si tratta coi talebani

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“Non possiamo dare le liste di quelli da evacuare” dall’Afghanistan “ai talebani”. E’ quanto ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in collegamento con Scandiano in provincia di Reggio Emilia durante un dialogo con il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “Abbiamo completato la prima fase, la fase due comincia questa settimana”, ma “non possiamo fare corridoi umanitari immediatamente dall’Afghanistan, perché dovremmo dare la lista di coloro che vogliamo portare in Italia alle autorità talebane”.

“Questo genere di liste se tu le dai nelle mani sbagliate… Abbiamo visto il famoso comico ucciso dai talebani, abbiamo visto il musicista, abbiamo visto atti efferati e atroci. Ed è per questo – ha spiegato – che dobbiamo lavorare con il Pakistan, con paesi limitrofi come l’Iran, l’Uzbekistan, il Tagikistan, dove i profughi si stanno recando, e da lì sostenere quei paesi e creare corridoi umanitari”.

“Siamo il primo Paese dell’Ue per numero di cittadini afghani evacuati dall’aeroporto Di Kabul, circa cinquemila, siamo il primo Paese per solidarietà”. “Non abbiamo fatto rientrare l’ambasciatore Sandalli per ragioni di sicurezza, perché altrimenti non avremmo lasciato neanche il console Claudi. L’abbiamo fatto perché qui alla Farnesina abbiamo l’unità di crisi e aveva bisogno di tutte le strumentazioni che servono per gestire la situazione. Io chiedo di valutare l’Italia per i risultati. E siamo il primo paese per afghani evacuati”.

“Abbiamo fatto una scelta operativa – ha puntualizzato Di Maio – L’ambasciatore Sandalli, che è il capomissione, mi aveva chiesto di restare. Io gli ho detto: se devi gestire l’evacuazione di migliaia di afghani devi avere a disposizioni database, computer, informazioni dell’intelligence, non lo puoi fare dall’aeroporto di Kabul con uno smartphone”.


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