Al Teatro Serra di Napoli, la straordinaria attualità di un testo antico con “Priamo–Primi Passi”
Dal 16 al 18 dicembre. Regia e drammaturgia di Antonio Santangelo
In scena al Teatro Serra di Napoli, la straordinaria attualità di un testo antico. Con “Priamo-Primi Passi”, Antonio Santangelo firma, dirige e interpreta una storia di sconfitta, perdita e rinascita ispirata all’Iliade. Venerdì 16 e sabato 17 (ore 21:00) e domenica 18 dicembre (19:00) un allestimento intimo, per solo attore e pubblico, ripropone la vicenda del re di Troia e la sua ricerca di dignità di fronte alla distruzione della sua città e alla morte del figlio. Info e prenotazioni: [email protected], 347.8051793.
Tutto ruota intorno alla figura di Priamo, nei capitoli XXII e XXIV (l’ultimo) dell’Iliade di Omero. Il vecchio re di Troia assiste alla guerra dalle mura della sua città, vedendo cadere uno ad uno quasi tutti i figli maschi, compreso Ettore (l’eroe umano), l’erede al trono ucciso da Achille (l’eroe divino) nel duello per porre fine ad una guerra che dura da dieci anni. Ettore muore sotto gli occhi del suo popolo di sua madre, di sua moglie e del suo vecchio padre, impotente, di fronte alla morte del “figlio migliore” e all’oltraggio di Achille che ne sottrae il corpo. Affranto, Priamo rinnega i figli ancora in vita e decide di recarsi all’accampamento greco per chiederne la restituzione. Attraversa la pianura, si spoglia del proprio io, rinuncia a se stesso, perde ogni dignità e arriva a baciare la mano che gli ha causato tanto dolore pur di riavere il cadavere del figlio, saziarsi di lacrime, rendergli i giusti onori e iniziare ad elaborare il lutto.
«È una vicenda che sento risuonare forte dentro di me» dice Antonio Santangelo che porta, venerdì 16 e sabato 17 (ore 21:00) e domenica 18 dicembre (ore 19:00) al Teatro Serra di Napoli – a Fuorigrotta in Via Diocleziano 316. Info e prenotazioni: [email protected], 347.8051793 – una riflessione sulla Perdita, sentimento centrale in tutto il racconto. «In questo spettacolo non ci sono scenografie, costumi, oggetti. Ci sono solo l’attore e il suo modo di raccontare, mescolando teatro fisico, teatro di prosa, varie lingue, vari testi, inediti e d’autore, alla ricerca di un modo unico di mettere in scena una storia, raccontata molte volte – prosegue il regista che ha iniziato a pensare a questo lavoro nel 2016, lavorando ad uno spettacolo sull’Iliade focalizzato sul personaggio di Achille – Sono rimasto molto colpito dall’attualità di questo testo antico e, in particolare, dalla figura di Priamo, il re di Troia, diventato per me il simbolo della Perdita». Perdita vista però anche come Rinascita. Rinnovamento. Un processo creativo in cui la ricerca attoriale è al centro dello studio.
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