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‘Alienati’, in scena con Esposito, Minervini e Catanese il teatro tra miti, ricordi e progresso

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Napoli, 3 feb. – Oggetti, musica, film e comportamenti che hanno segnato gli anni ‘80 arrivano a teatro grazie a Ciro Esposito, Rosario Minervini, Salvatore Catanese, Cristiano Di Maio e Maria Chiara Vigoriti.

Il Centro Ester di Barra ha ospitato per due giorni divertimento, dinamismo, leggerezza e riflessione, attraverso lo spettacolo ‘Alienati, cose dell’altro mondo’.

L’edonismo socio-politico del 1989 figura in tutta la sua aderenza nelle scenografie e nei costumi della pièce teatrale. Anche la musica gioca il suo ruolo dominante in questo spettacolo: accompagna ogni cambio di situazione, carica le movenze dei personaggi diventando complementare alla recitazione.

E’ puro godimento per lo spettatore che compie un viaggio a ritroso negli anni della giovinezza, dimenticando l’elemento nostalgico grazie alla risata costruita in modo intelligente e innovativo sul palcoscenico.

I cinque attori del cast tra eccesso e stravaganza si presentano al pubblico con una trama fluida, concreta e speculativa insieme. L’affiatamento del cast incrementa l’entusiasmo teatrale: i ritmi delle battute sono continui, perfetti. I tempi teatrali vengono osservati con pienezza. Non c’è il minimo segnale di debacle dell’umorismo!

La curiosità si accende mentre la vicenda prende forma.

L’intera compagnia è brillante. Ogni ruolo sorprende nelle sue evoluzioni tracciate dall’abile penna di Ciro Esposito e Salvatore Catanese.

Tacor e Lara approdano sulla Terra dal pianeta Nibiru. Cercano il gas 115 ritrovato nell’ Area 51 in America. Gli alieni incontrano gli umani e ripropongono il grande mistero mai risolto dal 1947, sulla coesistenza di mondi paralleli.

Matteo e Federico si confrontano con il tempo che diventa, grazie agli alieni, un libro aperto. Tacor e Lara vengono dal futuro per reperire un campione umano del seme maschile che serve loro per ripopolare Nibiru. Carmine avrà molto da fare con Lara.

L’incontro tra i due mondi dona spunti per parlare del comportamento degli esseri umani: siamo tutti compiacenti; ci siamo dimenticati del mondo tanto che nel futuro secondo le previsioni di Tacor, sarà la terra ad espellerci. Ai due abitanti di Nibiru servono navicelle per traslocare; saranno la nuova Arca di Noé. Il viaggio del trasloco dalla Terra a Nibiru avviene in maniera clandestina. È un chiaro rimando ai tempi moderni.

La specie umana ha troppo abusato della Natura che gli ha restituito il conto con gli interessi; per questo  avrá sempre più difficoltà a riprodursi.

Lara rivela che ci sarà bisogno del seme umano nel 2061 per ripopolare il suo nuovo pianeta. Nello stesso anno esisterà un computer molecolare in grado di impedire il decadimento cellulare. Gli individui non moriranno più, ma non saranno in grado di dare la vita.

Qui sorge la più profonda riflessione: è la  morte a renderci umani!

Eppure il dilemma nasce dalla una sola domanda: “Tutta questa tecnologia potrà mai salvare l’umanità?”.

La risposta è semplice ed evidente. L’uomo non può sfuggire al tempo, ma può viverlo nel modo giusto, senza abusare degli spazi e degli affetti che possiede.

Aderente ai tempi che stiamo vivendo, provocatorio e riflessivo al contempo, lo spettacolo ‘Alienati’ lascia una bella traccia nel teatro partenopeo analizzando con obiettiva sensibilità passato, presente e futuro.

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.