6 Febbraio 2025
News Regionali

“Altro che overtourism, questa è recrudescenza di razzismo nei confronti dei napoletani”, l’imprenditore Enrico Ditto a gamba tesa sul caso Roccaraso

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“Da quando ne ho memoria – afferma l’imprenditore attivo nel campo dell’hospitality a Napoli – si organizzavano autobus a 10 euro per la meta sciistica”. Il caso, secondo l’imprenditore, sollevato ad arte col pretesto dei tiktoker.

NAPOLI – “Da quando ne ho memoria, e parliamo di quando ero poco più che adolescente, a Roccaraso si andava in autobus organizzati, con una quota di una decina d’euro a testa, anticipando praticamente alcuni principi di mobilità sostenibile che ora vanno per la maggiore. Sembra strano il caso scoppi solo ora, quando Roccaraso da tempo ospita i napoletani e batte anche cassa. Non vorrei che l’occasione ghiotta di dare la colpa a questi fantomatici tiktoker abbia spinto qualcuno a insistere, altri a svelare mal di pancia di cui soffrono da parecchio tempo”. L’opinione è di Enrico Ditto, che di turismo ne mastica essendo l’imprenditore a capo della Giuly Suites B&B di Napoli. Che si rivolge all’amministrazione del Comune abruzzese: “Una città che vive soprattutto di turismo dovrebbe sicuramente tutelare la sua vivibilità, ma starei più cauto nel gettare la croce solo ed esclusivamente verso una singola provenienza geografica. A Ischia mai si sognerebbero di dire che la colpa di tutti i loro mali è dei turisti provenienti dalla Germania, per fare un esempio”.

Cosa cambia allora? Secondo Ditto parlare di overtourism in questo caso è fuorviante: “Esistono tante città in Europa che gestiscono flussi importanti di persone e non parliamo sempre di cittadini educati e civili. Perché dircelo sottovoce? L’occasione di sfruttare Rita De Crescenzo e gli altri e dare il là a quel sentimento antinapoletano che una certa produzione social tendente al trash in qualche modo ha contribuito a sedimentare nuovamente, specialmente sul web, era troppo ghiotta. Lo sputtanapoli 2.0, come presagivo qualche intervista fa, è già tra noi. Si alimenta di reazioni su Instagram e Facebook che hanno anche tirato in barca i remi della moderazione, e cosa più di questa Napoli chiassosa e borderline si presta a farsi commentare?”.

“Purtroppo – aggiunge amaramente Ditto – questo sentimento è trasceso e, da commentino risibile sui social a metà tra il luogo comune antico e quello moderno, ora dobbiamo anche subirlo in diretta nazionale, sui telegiornali della TV di Stato o addirittura vederlo teorizzato dall’editore di una emittente sportiva che si permette di cacciare dallo studio un ospite facendo riferimento a una ironia social napoletana non ben definita, ma che pone un professionista alla stregua del più pagliaccio dei Pulcinella”.

“Se la situazione di Roccaraso poteva stimolare una importante riflessione sulla gestione del turismo montano, sulle aree interne, sui collegamenti e sulla necessità di trovare soluzioni sostenibili per gestire i flussi turistici, tutelando al contempo l’ambiente e le comunità locali – conclude Ditto – invece si è trasformato in un’occasione per denigrare un intero popolo, ‘onore’ che solo a questa città viene concesso. E se è vero che esiste una Napoli di cui nemmeno io vado fiero, è altrettanto vero che da napoletano e da italiano non posso accettare che il dibattito che mi coinvolge finisca sempre in teatrino delle guarrattelle”.


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