Apertura di stagione del Teatro instabile Napoli, in scena il 21 ottobre ‘Giuliè’
Venerdì 21 ottobre apertura di stagione del Teatro instabile Napoli (Vico Fico Purgatorio ad arco, 38) con Giuliè uno spettacolo tratto da Romeo e Giulietta di William Shakespeare con adattamento del testo e regia di Vincenzo Pirozzi.
Lo spettacolo è prodotto Sanit’art, Talentum production, Accademia vesuviana del teatro e del cinema e sarà in scena fino a domenica 23 ottobre.
In scena ci sono: Antonio Ciorfito, Antonella Montanino, Gianni Sallustro, Giuseppe D’Ambrosio, Nicla Tirozzi, Rosalba Di Girolamo, Ciro Pellegrino, Vincenzo Gambocci, Davide Vallone, Tommaso Sepe, Luciano Murè, Carlo Paolo Sepe, Maria Crispo, Nancy Pia De Simone, Roberta Porricelli, Noemi Iovino.
Napoli, oggi. I Montecchi e i Capuleti sono due famiglie Camorriste che da anni si contendono il territorio a suon di morti ammazzati.
Da tempo però c’è una tregua voluta da ‘O Rre, boss assoluto di Napoli. Durante una festa in maschera, Romeo figlio del capo dei Montecchi e Giulietta figli del capo dei Capuleti si incontrano e tra di loro scatta il colpo di fulmine. I due ragazzi lotteranno per il loro amore contrastato dalle loro famiglie. Riusciranno, tutto sommato a vivere il proprio amore per l’eternità.
La trama principale è quella del testo originale di William Shakespeare. Il testo però è quasi completamente riscritto. Eccetto nei momenti di incontro tra Giulietta e Romeo che l’autore ha voluto lasciare intatto per l’universalità che il testo originale offre. (In quei momenti Romeo e Giulietta di Shakespeare si fondono nei protagonisti di questo testo come fosse un amore unico ed eterno).
Si è partito da un antefatto: “da dove nasce questa guerra e quest’odio tra le due famiglie? Una domanda che da sempre mi sono fatto quando pensavo alle origini dell’opera teatrale. Ho immaginato che la Balia, da ragazzina si invaghisse di un uomo molto più grande di lei, tale Biagino, killer della famiglia Montecchi e intimo amico di suo fratello Salvatore, a sua volta Killer della famiglia Capuleti. La Balia scopre che Biagino in realtà ha già una moglie e quattro figlie e per vendetta racconta tutto a suo fratello Salvatore, quest’ultimo senza esitare ammazza l’amico e da quel momento scoppia la famosa guerra tra le due casate.
Lo spettacolo – dice Vincenzo Pirozzi – ha dei ritmi frenetici e caotici, Gli abiti e la messinscena sono eccentrici e colorati restando in bilico tra il kitch e il grottesco. La storia è spostata da Verona a Napoli, una Napoli patinata e dall’apparenza giocosa e folkloristica. Questo fregio di colori però va via, via annullandosi lasciando trapelare il chiaroscuro e il tetro. “GIULIÈ” guarda con ammirazione il testo originale di Shakespeare, strizzando l’occhio anche ad altri rifacimenti cinematografici e teatrali, prima su tutti Romeo+Giulietta di Baz Luhrmann. Ma non si è voluto tralasciare la Napoletanità, infatti in alcuni monologhi scritti ex novo dove alcuni personaggi si estraniano per raccontare i propri pensieri o stati d’animo L’idea è stata quella di creare questi testi in rima baciata o alternata, usando di tanto in tanto parole antiche napoletane ricordando Di Giacomo e soprattutto Viviani che torna anche nelle scene di massa con sottofondo musicale che richiama la Napoli anni settanta/ottanta con alcune canzoni di quell’epoca.
Ogni personaggio mette fuori la propria eccentricità e la propria euforia, man, mano che il tempo passa ognuno si umanizza portando fuori la propria verità con le proprie tragedie e insicurezze. Una su tutte è DONNA CAPULETI che vive un rapporto complicato con sua figlia Giulietta che non riconosce in lei una vera e propria madre perché da sempre la donna è concentrata su sé stessa, a rifarsi completamente il corpo con interventi estetici mettendo in secondo piano il rapporto con la sua unica figlia. In realtà Donna Capuleti combatte con sé stessa e con la sua paura di invecchiare, si è resa conto di aver sprecato la propria vita accanto ad un uomo che le ha dato solamente sofferenze e preoccupazioni. Come Don Lorenzo, parroco del quartiere, ossessionato nello sperimentare sieri e pozioni per annientare gli scarafaggi che invadono il suo giardino, Un prete che nasconde dentro di sé la paura che ogni uomo, in fondo, nasconde, quella di essere un uomo prima ancora che essere prete.
Oppure Mercuzio, promettente soldato delle fila dei Montecchi, che nasconde il suo amore segreto per un uomo che non potrà mai dichiarare per non perdere credibilità agli occhi della criminalità organizzata.
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