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Armine Harutyunyan, con lei Gucci solleva la querelle sulla percezione della bellezza

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Roma, 2 set. – Che cos’è la bellezza? L’Italia intera sale sul pulpito e si arrovella commentando la scelta della maison Gucci di aprire la querelle su una tale domanda, scegliendo in passerella Armine Harutyunyan.

Tanti i detrattori, molti sostenitori, talvolta ipocriti.

Armine è oggettivamente una donna con le sue qualità: dotata di un corpo adatto alle passerelle, di un volto che i pittori immortalerebbero in un ritratto perché particolare o che i registi sicuramente sceglierebbero per un loro film, come caratterista.

È bella? La risposta è soggettiva, perché a ciascuno piace qualcosa o qualcuno in base alle sensazioni che desta sul proprio stato d’animo.

Certo è che Armine è una donna con le sue qualità e sicuramente i suoi difetti, come tutti….ma si è messa in gioco, accettandosi.

Si abbiglia alla moda, si trucca, posa, un po’ come tutte. Lei lo fa per professione, oltre che per piacere a se stessa.

In cosa si differenzia dal popolo delle ‘belle’? Vuole piacersi e non per forza piacere. Questo è il punto.

Se guardiamo i social, il modus operandi della beauty routine femminile, scopriamo che i canoni standardizzati in ‘rosa’ sono ormai diventati ridicoli: eccessivamente magre o ossessionate dal dimagrimento, sempre impeccabili in trucco e parrucco, unghia super laccate, extension, botox e Filler vari, oltre che ricorso alla chirurgia estetica. Un lavoraccio interiore ed esteriore non da poco per ogni donna.

Ammettiamolo chiaramente: abbiamo timore del giudizio altrui, mentre probabilmente, Armine questo lo ha superato.

Chi ci dice inoltre che anche la modella armena non si accetti per quel che è, nonostante calchi passerelle rinomate? Perché non ci balena il pensiero che la questione del bodyshaming e delle continue battute mediatiche la stiano ferendo, come ferirebbero qualsiasi donna o uomo…siano essi bambini, giovani o adulti.

Il punto è questo…la bellezza è negli occhi di chi guarda. Per qualcuno Armine sarà intrigante, per altri no.

Qual è il problema? Bisognerebbe accettare l’idea di Gucci di mandare in passerella una donna che comunica alle altre: “Anche tu sei bellezza e puoi sfilare sulla passerella del mondo”.

Armine è comunque una donna da ammirare per la sua forza interiore. La sua presenza non disturba, al contrario rassicura le altre donne.

Non siamo ipocrite suvvia! Quando una “bellona” sale in passerella o cattura l’attenzione di qualcuno che ci piace, la prima cosa che ci si ripete come un “mantra” è: “Sono tutte uguali, piacciono perché perfettine, ma vuote”.

Personalmente preferisco qualcuno che punti sulla rarità, sul diamante grezzo da mettere in luce, piuttosto che sul rubino laccato e luccicante.

La lunga battaglia per le miss Curvy o le modelle così appellate è davvero stata vinta? Non credo! Oggi il maschio medio continua a voltarsi davanti alle donne filiformi, così come cinema e tv propinano la sfilza delle “bellocce”, senza neppure analizzare le loro reali competenze.

Corpi in vetrina…a questo siamo ormai abituati. Fomentiamo indirettamente il “mercato della carne”, emulando pose e sorrisi da diva, smantellando la vera cultura del valore della donna o dell’uomo.

Perché poi il fatto che Gucci abbia scelto una donna con certi canoni, piuttosto che un uomo, cambia nettamente la percezione collettiva.

Dovremmo passare in rassegna tutti gli autoritratti della storia, antenati delle foto da copertina attuali: donne, regine, modelle di posa ordinarie e straordinarie al contempo. Nessun corpo statuario…solo donne con la loro rarità.

La cultura della bellezza, quella reale, è un ventaglio di idee fondato su ciò che crea emozioni nella contemplazione.

Armine Harutyunyan ha uno sguardo profondo, tratti marcati che in un film o un dipinto catturerebbero la nostra attenzione, come davvero ha fatto in passerella. E sapete perché? Realmente ha qualcosa che calamita l’attenzione. Non è la ‘Barbie’ di routine, ma una donna qualunque che ha scoperto il segreto della vera bellezza: poter essere se stessa senza infingimenti. Magari ci riuscissimo tutti!


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.