Economia

Banche, extra profitti, tasse e fisco. Un disastro all’italiana

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Anna Tortora

Parliamo di banche e già parte il panico. Se c’è una cosa avulsa dalla realtà, in Italia, è proprio l’argomento banche e con esso il fisco.
Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica, ci offre un’ottima considerazione.
“Vi spiego l’imposizione fiscale italiana.
Paghi le tasse sui soldi che guadagni.
Poi paghi le tasse sui soldi che spendi e che sono gli stessi che hai guadagnato e sui quali hai già pagato le tasse.
Infine, paghi le tasse sui soldi che ti restano tra quelli che hai guadagnato, e sui quali hai già pagato le tasse, e quelli che hai speso, e sui quali hai già pagato le tasse.
Pagare le tasse è bello.
Fisco amico.
Il principio di proporzionalità del prelievo fiscale deve essere cancellato dalla Costituzione. Su di esso si fonda, infatti, la profonda iniquità del sistema fiscale e in esso si nasconde la persecuzione fintamente solidaristica nei confronti di quei soggetti che producono reddito, creano lavoro, generano pil. E ciò appare evidente se solo si considera che con il gettito fiscale vengono finanziati una quantità di servizi cui attingono, in maniera spesso quasi gratuita, nella stragrande maggioranza i cittadini dai redditi più bassi, che rappresentano la percentuale di gran lunga più elevata, servizi i cui costi vengono fatti ricadere nella quasi totalità sui soggetti maggiormente produttori di reddito; laddove, invece, sono questi ultimi a non avvalersi, sostanzialmente mai, di tali servizi che, pure, profumatamente finanziano. Tutto ciò genera una forma di approfittamento da parte dei cittadini dalla minima redditualita’ a danno degli altri. Questa situazione, in concreto, viene declinata con il sistema delle aliquote e degli scaglioni fiscali messi in diretta relazione con le fasce di reddito e genera ed alimenta lo Stato assistenzialista, oggi aggravato dal clientelismo regionale che, peraltro, attraverso i meccanismi del sistema elettorale, “compra ” il consenso con la distribuzione a pioggia, fondata sulla cattiva gestione, dei servizi.”
E poi c’è la riflessione dell’economista ed ex parlamentare, Enrico Zanetti
“Si può discutere di tutto, ma davvero era ragionevole pensare che potessero essere lasciate al 100%, nella disponibilità delle banche e dei loro azionisti, le super-performance economiche delle banche, per la parte di esse che sono generate non già dalla encomiabile capacità imprenditoriale dei board nello strutturare prodotti finanziari innovativi e gestire al meglio il rischio di credito, ma soltanto dal fatto che negli ultimi 12 mesi i tassi a favore delle banche sono stati adeguati in tempo reale alle decisioni BCE, mentre quelli a favore della clientela sono stati mantenuti a zero o quasi?
Qui non si parla di extra-tassare l’abilità imprenditoriale e il profitto d’impresa di qualcuno, ma una pura e semplice congiuntura finanziaria che lo strabismo nell’adeguamento dei tassi creditori e debitori ha trasformato in una sorta di vincita al superenalotto (e le vincite al superenalotto sono tassate).
Lasciatelo dire a chi è il primo a difendere le banche dal solito populismo antibancario che attacca i sacrosanti profitti che le banche conseguono facendo il loro lavoro, ossia prestare denaro verso corrispettivo e solo a chi offre garanzie o progetti adeguati per la sua restituzione, non a chicchessia.”
Saranno agevolate le imprese? Forse sì.
E proprio sul prelievo sugli extra profitti delle banche, Antonio De Poli, Noi Moderati: “È una misura giusta ed equilibrata. Sosteniamo famiglie e imprese!”


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.