Calenda, l’uomo della provvidenza a mezzo servizio
Carlo Calenda, leader di Azione, viene visto da quattro gatti, incluso lui, come l’unico salvatore della patria dopo Draghi. Tutto questo somiglia molto alla glorificazione passata (per fortuna) verso i 5 stelle. Certamente Calenda è di spessore molto più elevato rispetto ai grillini e a Dì Maio, ma l’enfasi con cui viene acclamato è simile.
Un flop? Sì, ed è bastato poco: imbarcarsi in Azione la Gelmini e la Carfagna, le Paola e Chiara della politica italiana.
E le risate non mancano per questa campagna acquisti…
“Alla definizione di Mara Carfagna su Carlo Calenda (un “ragazzino viziato e cafone”) si aggiunge quella di un’altra novella compagna di strada, Maria Stella Gelmini. Per lei l’uomo che oggi si candida a guidare l’Italia era uno che usava parole ‘fuori da ogni perimetro della decenza’ e che ogni volta che trascendeva era ‘sinonimo di sonno della ragione’. In breve: Calenda era un essere indecente senza qualche rotella, Gelmini dixit. Bene, questo tridente della coerenza (Calenda-Carfagna-Gelmini) sarà il principale alleato del partito democratico, di ex grillini in cerca di poltrona e della sinistra estrema. E hanno ancora la faccia tosta di dirsi moderati.”
Giorgio Mulè, Forza Italia
Ma lui avanza imperterrito con le autocelebrazioni social. Un giorno è liberal, un giorno è socialista, un giorno è liberale. Poi è di centro. Un giorno ce l’ha con Salvini, poi con Letta, ancora per poco con Di Maio. Lui, Calenda, può essere l’unico detentore della verità. Lui che osa puntare il dito verso il PD che corteggia Roberto Fico, dimenticando di aver imbarcato due ex forziste scaricate da Berlusconi.
D’altronde fu proprio la Carfagna a dire che era ancora un po’ confuso.
“Sembra che, a gestire il programma sul lavoro del suo costituendo soggetto politico, l’auto-proclamatosi paladino del liberalismo Calenda abbia chiamato il già capo del sindacato Bonanni.
La roba più socialista che esista in natura…”
Massimo Corsaro, già parlamentare della Repubblica
“Calenda mi ricorda quei tizi che magnificano le loro capacità a poker, e dopo due giri si devono far prestare i 10 euro per tornare in taxi a casa. Dove abbuscheranno pure dalla moglie.”
Simone Di Meo, giornalista e scrittore
“Nessun italiano acquisterebbe un’auto usata da Carlo Calenda. Io ho servito la Nato vestendo l’uniforme, lui blatera seduto su un divano ai Parioli mentre fa l’assenteista a Bruxelles.
Antonio Tajani, Forza Italia
“I bizantinismi di Calenda rasentano il ridicolo: Fratoianni e Di Maio vanno bene per il proporzionale ma non per i collegi uninominali. Un’alleanza è un’alleanza punto e basta. Il resto è una supercazzola politicistica e ipocrita da addetti ai lavori. Solo poltrone.”
Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale
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