Calvario agli sgoccioli. Napoli fuori dall’Europa a Firenze, un pareggio che sa di sentenza
di Luca Muratgia.
Ci siamo, ĆØ quasi finita, resta solo la formalitĆ di domenica prossima contro il Lecce al Maradona per concludere finalmente questa lenta eutanasia, un campionato che a breve sarĆ storia, una brutta storia, per gli ormai ex campioni dāItalia. Uno scudetto, atteso ardentemente per 33 anni e portato sul petto per lāarco di un intera stagione, senza mai possedere la capacitĆ di difenderlo ed onorarlo dignitosamente. Durante questo sciagurato campionato si ĆØ avuto modo di assistere a due Napoli diversi ma entrambi capaci di alterare i valori epatici dei sostenitori azzurri: un Napoli inesistente, umiliato dagli avversari, completamente vuoto e senzāanima, come quello āammiratoā allāOlimpico Grande Torino contro i granata, al Castellani contro lāEmpoli oppure al Maradona contro compagini comunque di tutto rispetto come Atalanta e Bologna; poi cāĆØ stato un Napoli presente, capace di disputare partite di buon livello ed in grado di avere la meglio, sul piano del gioco, sugli avversari, ma clamorosamente sciupone sotto porta, a caratterizzato ad scioccanti amnesie difensive in grado di consentire agli avversari di realizzare reti nelle uniche occasioni create e di gettarle alle ortiche tutto quanto di buono palesato durante lāintero arco della gara; al riguardo si ricordano le partite interne contro il Monza piuttosto che contro lāEmpoli, la partita disputata, sempre al Maradona contro la Roma, contro il Frosinone, le partite di Bologna, di Udine o di Cagliari, trasferte con vittorie incredibilmente alla portata, ma inopinatamente sciupate.
Il Napoli āammiratoā al Franchi, contro i viola, appartiene proprio a questa seconda ācategoriaā, una squadra anche volenterosa, capace anche di passare in vantaggio con un imperioso colpo di testa di Rahmani sugli sviluppi di un calcio dāangolo battuto da Politano, ma capace di dilapidare vantaggio e supremazia territoriale in un finale di primo tempo raccapricciante. Dapprima una punizione dello specialista Biraghi telecomandata allāincrocio dei pali con il pallone che sbatte sulla faccia interna della traversa prima di finire in rete, e poi il classico, inevitabile errore difensivo con Politano che serve inavvertitamente Nzola, che ringrazia e con un diagonale chirurgico, porta in vantaggio i gigliati. Buona la reazione dei partenopei nel secondo tempo dove, a differenza di altre e purtroppo numerose partite dove la squadra si ĆØ rassegnata allāalea della negativitĆ , decide di reagire in alcuni tratti anche rabbiosamente. Kvaratskhelia, con un calcio di punizione poetico, riprende la partita portandola sul 2-2 e poi gli uomini di Calzona tentano in tutti i modi di ottenere i tre punti che avrebbero avuto un significato decisivo in chiave europea e che avrebbero consentito agli azzurri di scavalcare proprio la Fiorentina allāottavo posto e di occupare lāultima casella utile per la qualificazione quantomeno in Conference League. Ci prova Politano che coglie clamorosamente la base del palo con Terracciano ormai battuto a testimonianza del fatto che, quando lāannata ĆØ nata sotto una cattiva stella, anche la fortuna volta le spalle in maniera spietata.
Domenica al Maradona ci sarĆ lāultima partita di questo campionato del Napoli contro il Lecce, sarĆ lāultima con lo scudetto cucito ancora sul petto e molti giocatori, protagonisti sia della meravigliosa ed indimenticabile cavalcata dellāanno scorso, sia del crollo disastroso di questāanno, saluteranno la maglia azzurra. Stante alle parole di Aurelio De Laurentis, nella conferenza stampa a margine della presentazione del ritiro estivo a Dimaro prima e a Castel di Sangro poi, si assisterĆ ad un profondo rinnovamento sia dal punto di vista dellāassetto societario, sia dal punto di vista tecnico con in nuovo allenatore e con una rosa profondamente rivisitata. Per ottenere perĆ² risultati positivi indispensabili per derubricare questāanno come un semplice e doloroso episodio, sarĆ necessaria grande competenza, rispetto dei ruoli e soprattutto poche chiacchiere, vero presidente?
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