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Carcere, Di Giacomo (S.PP.) – Detenuto morto a Poggioreale, si rafforza l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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“L’ennesimo detenuto morto oggi a Poggioreale non può essere derubricato per “morte naturale” o per “altre cause”. È una brutta storia che riguarda un giovane detenuto di 29 anni, a quanto pare sottopeso perché rifiutava il cibo e che dopo un breve ricovero in ospedale è morto in cella”: a riferirlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo. “Dall’inizio dell’anno i decessi nei penitenziari italiani sono già 61, di cui 36 classificati per “altre cause” (in alcuni casi ancora da accertare) e 25 per suicidio. Questo di Poggioreale che è la quinta vittima del carcere napoletano, con tre suicidi accertati, in meno di tre mesi, – aggiunge Di Giacomo – rafforza l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’aumento dei suicidi di detenuti insieme all’esigenza di assistenza sanitaria dentro agli istituti penitenziari che è una esigenza diffusa, ampia, indispensabile, la mancanza della quale – come ha detto il Capo dello Stato- fa sì che su di noi “ricadano esigenze e richieste” che non rientrano nei nostri compiti e nelle nostre funzioni. Per noi Mattarella è l’unico rappresentante istituzionale – e per altro di grande autorevolezza – che ci è vicino e che ha ricordato gli “ostacoli” che gravano sul nostro compito e le nostre attività. Ostacoli che – come ha giustamente evidenziato – richiamano il compito di altre istituzioni: dal sovraffollamento carcerario, alle carenze di organico”.

Il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria evidenzia che “l’acuirsi dell’emergenza del sistema penitenziario, hanno determinato la mia scelta di avviare un nuovo tour tra le principali carceri per incontrare, ascoltare i colleghi e rilanciare la mobilitazione. Siamo decisi a fare di più nella protesta perché non siamo ascoltati da chi per responsabilità istituzionali dovrebbe farlo”.

“Non possiamo più limitarci ad esprimere cordoglio e rabbia. Altrimenti – conclude Di Giacomo – si abbia il coraggio di dare ragione al Ministro Nordio quando ha parlato di suicidi come “questione irrisolvibile” e “malattia da accertare”. Almeno noi non ci stiamo perché lo Stato ha la responsabilità delle persone che ha in custodia e la responsabilità di garantire condizioni di lavoro accettabili per i suoi servitori”.


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