Carceri, Di Giacomo (S.PP.): Follia detenuti a Santa Maria Capua Vetere. Lo Stato scelga da che parte stare
“La follia violenta dei detenuti nel Carcere di Santa Maria Capua Vetere, che è un ulteriore evidente segnale che la ripresa delle rivolte nei penitenziari italiani in questa bollente estate è cominciata e che solo chi chiude gli occhi non vuole vedere e interpretare, pone lo Stato di fronte ad una precisa “scelta di campo”: dalla parte della legalità e quindi dei servitori dello Stato o dalla parte dei criminali”. Il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo sottolinea che “per quanto è accaduto nel carcere casertano con i detenuti che hanno aggredito gli agenti penitenziari, lanciando loro contro bottiglie con dentro ghiaccio che, scagliate fuori dalle finestre, hanno lesionato anche alcune auto di servizio, si è sfiorata la tragedia. Quest’ultimo atto denota la lucida volontà a procurare danni di ogni natura. Sono passati esattamente 13 mesi dal cosiddetto “anniversario” dei fatti di Santa Maria con la visita storica, senza precedenti, del Premier Draghi e della Ministra Cartabia e l’avvio della campagna di linciaggio al personale penitenziario e questi oggi sono i risultati. Siamo alla prova che i detenuti come hanno già fatto nella stagione delle rivolte della primavera 2020 sfidano lo Stato e approfittano della sua debolezza particolarmente palese per l’assenza di autorevolezza nell’amministrazione penitenziaria. È necessaria pertanto una risposta forte e senza farsi prendere dal clima buonista che ha alimentato le nuove azioni di violenza. Nella stagione dei suicidi non ci si può solo legittimamente interrogare su cosa fare per interrompere la strage di detenuti per lo più giovani ma si devono ripristinare le regole del controllo del sistema penitenziario non certamente da delegare ai più violenti e ai clan camorristi e mafiosi. Gli agenti penitenziari non possono più “volgere l’altra guancia” e subire a rischio della propria vita. Per questo ripetiamo: l’emergenza carceri non può aspettare le elezioni politiche del 25 settembre”.
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