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Carceri, Di Giacomo (S.PP.): Ministra Cartabia è come “Alice nel paese delle meraviglie”

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COMUNICATO STAMPA (S.PP.)

“La Ministra Cartabia dovrebbe trascorrere almeno un mese in carcere per capire cosa sta accadendo dall’inizio dell’anno con 12 suicidi, una sessantina di aggressioni di agenti e una dozzina di rivolte prontamente bloccate dal personale penitenziario e forse capirebbe che il carcere non lo comanda lo Stato ma i delinquenti; inoltre, dovrebbe vivere un mese da cittadina comune per le strade di Napoli anziché di Catania e Bari o in alcuni quartieri di Torino per capire le problematiche che i cittadini affrontano tutti i giorni per potersi difendere da furti , scippi e spacciatori di droga che sono in ogni dove. Questo forse servirebbe a far capire chi sono le vere vittime. Un mese obbligatorio per ogni Ministro della Giustizia potrebbe essere utile a far comprendere da una parte la disumanità con cui scontano la pena tanti detenuti alcool dipendenti, tossico dipendenti e psichiatrici che il carcere non dovrebbero viverlo ma stare in strutture dove essere curati e rieducati e non ammassati in celle da dieci e subire i soprusi dei detenuti più forti, questi rappresentano il 90% dei suicidi annuali; dall’altra parte servirebbe a far comprendere la prepotenza di chi ha già commesso reati atroci ed associativi che dall’interno del carcere riescono ancora a gestire i loro traffici dando ordini all’esterno”. Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo impegnato da settimane in un tour attraverso le carceri dove l’emergenza è più acuta e per il quale: “la Ministra dimostra di vivere, come Alice nel Paese delle Meraviglie, in un altro mondo, molto lontano dalla realtà carceraria. L’esempio più vistoso è il testo di riforma della giustizia nel quale non c’è solo la riforma del Csm come vorrebbero far credere ai cittadini per tenere lontana la loro attenzione. Tenuto decisamente occultato c’è lo “svuota carcere”, un vero e proprio sistema che offende le vittime di omicidi, violenze, rapine e i servitori dello Stato che hanno il compito di individuare, ricercare ed arrestare gli esecutori dei reati e di vigilarne la custodia in carcere”.
“Dopo che la Corte Costituzionale si è pronunciata sui quesiti referendari depositati, in attesa che i cittadini esprimano il voto, diventa indispensabile, prima di tutto – continua Di Giacomo – un’operazione verità perché i cittadini sappiano cosa si nasconde dietro le nobili parole della Ministra “tempi ragionevoli per i processi”. Altro che riduzione dei tempi dei procedimenti giudiziari che tutti auspichiamo nell’interesse innanzitutto dei cittadini. Nel disegno del Governo sostenuto da quasi tutti i partiti – continua Di Giacomo – non ci sarà il carcere per finanziamento illecito ai partiti e per tutti «i delitti puniti con pene sopra i 5 anni» (per gli altri già non è prevista), salvo nei casi di «concreto e attuale pericolo» che uno reiteri «gravi delitti con armi o di altri mezzi di violenza» o di mafia e terrorismo. Così ladri, scippatori, bancarottieri, evasori frodatori, corrotti, corruttori, concussori, truffatori, stalker verrebbero fermati e subito scarcerati dopo 48 ore. Siamo oltre il “tana per tutti” che temevamo e che dalla fase di più acuta emergenza pandemica – dice il segretario del S.PP. – in
tanti hanno invocato, perché gli autori di efferati delitti e reati non conosceranno proprio come è fatta una cella e quindi cos’è la detenzione. Si aggiunga a questo che gli agenti penitenziari sono declassati a “badanti” dei detenuti ancora presenti per avere un’idea più completa della giustizia così come è concepita da Ministra e Governo.
Almeno noi – conclude Di Giacomo – non siamo disposti a fare come le “tre scimmiette” e quindi a chiudere occhi, bocca ed orecchie e contrasteremo in ogni modo e strumento che ci sono consentiti.
Lo faremo a partire dal pieno sostegno alle iniziative di legittima protesta delle associazioni delle vittime di mafia e della criminalità organizzata e per tutelare i nostri colleghi che quotidianamente subiscono aggressioni e violenze da detenuti”.


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