Carceri Di Giacomo (S.PP.): lo spaccio di droga nelle carceri vale oltre 10 milioni di euro l’anno. Il 28% dei detenuti è tossicodipendente.
Lo spaccio di droga, cocaina, ascisc, eroina e negli ultimi anni anche droghe sintetiche, valgono oltre 10 milioni di euro. Attualmente ci sono 7 processi aperti che vedono coinvolto un totale di 60 detenuti per lo spaccio di droga all’interno degli istituti penitenziari italiani. I ritrovamenti di droga da parte della polizia penitenziaria negli ultimi mesi si sono triplicati, ma i delinquenti trovano sempre nuovi modi per introdurre le sostanze stupefacenti nelle carceri: dal nasconderla negli alimenti a lanciarla all’interno delle mura di cinta, ad utilizzare familiari ed addirittura avvocati e nell’ultimo periodo con l’utilizzo di droni intelligenti. Questo è lo scenario in cui oltre il 40% dei detenuti fa utilizzo di droghe o di sostanze allucinanti o che comunque alterano il normale stato psicologico. A dichiararlo è il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo: “dietro lo spaccio di decina di milioni di euro di droga si nasconde il mantenimento del potere sia all’interno degli istituti penitenziari e sia all’esterno. Nelle carceri oltre all’evidente guadagno economico, fornire droga ai propri affiliati serve prima di tutto a mantenere il potere su gli stessi. In molti casi i lauti guadagni servono per mantenere in piedi quel sistema di welfare che garantisce ai familiari dei detenuti appartenenti ai clan di trovare un ristoro. Negli istituti penitenziari italiani oltre il 40% dei detenuti fa uso di droghe, per un 40% di cannabis, un 40% di cocaina/eroina e un 20% di anfetamine o droghe sintetiche o di farmaci usati per stordirsi. Il 35% degli ingressi in carcere è dovuto alla droga. Negli ultimi 15 anni la presenza di detenuti tossicodipendenti si è stabilizzato intorno al 27,87% il cui costo per la sola carcerazione per droga è di un miliardo l’anno”.
Continua Di Giacomo: “con questi dati appare evidente che serve un intervento del Governo che diminuisca l’accesso in carcere di tossicodipendenti, prevedendo per loro un percorso diverso dalla carcerazione e dall’altra parte servono norme che vadano a contrastare seriamente l’introduzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti nel carcere per impedire allo Stato di soccombere due volte consentendo ai criminali di esercitare il loro potere anche dopo gli arresti. Le Regioni più interessate a questo fenomeno sono sicuramente la Campania, la Sicilia, il Lazio, la Puglia e la Lombardia, ma il problema ha assunto rilevanza in tutti gli istituti della penisola”. Questo è sicuramente uno dei problemi più importanti che il nuovo Governo dovrà affrontare per ridare dignità alle carceri italiane ed all’intero sistema sicurezza, conclude Di Giacomo.
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