Carmine Guarino, noto commercialista di Brusciano, offre il suo punto di vista sulla ‘fase 2’ in merito alla riapertura delle attività commerciali.
La “Fase 2” sarà caratterizzata dall’istituzione di nuove regole per la sicurezza sul lavoro e l’igiene degli ambienti di lavoro. Cosa sarà obbligatorio:
Dotare i lavoratori dei giusti Dispositivi di Protezione Individuale (come le mascherine);
Sanificare i locali prima della riapertura;
Far visitare i dipendenti dal medico competente;
Adeguare il Documento di Valutazione dei Rischi al rischio biologico (il coronavirus).
Non mi sembra una cosa impossibile.
Eppure l’ordinanza del governatore De Luca per la riapertura del settore ristorazione dal 27 aprile al 03 maggio sta suscitando non pochi malumori. Molti lamentano troppe restrizioni, molti affermano…”non conviene”.
Alcuni operatori affermano che non conviene per orario di apertura, per giorni di apertura e soprattutto per gli obblighi da rispettare e gli adempimenti da fare.
Ricordo che la sicurezza sul lavoro non nasce con il coronavirus ma è un obbligo per tutte le aziende con dipendenti prevista dal Dlgs 81/2008. La sanificazione non è un’invenzione di oggi ma è prevista dal D.m 274/97.
Mettersi al passo per la fase 2 per le partite iva e nello specifico per la ristorazione per il 27 aprile è più faticoso per coloro che devono prima istituire il Dvr e poi adeguarsi al rischio biologico. Dunque più complicato e “costoso” per coloro che finora pur essendo obbligati non avevano provveduto ad istituire un documento obbligatorio per legge già prima del coronavirus.
Chi non ha il Dvr, lo avrebbe dovuto già avere (per le attività con almeno 1 dipendente) per cui oggi farebbe solo l’adeguamento in forza del protocollo di sicurezza sanitario del 14 marzo 2020, sanificazione e acquisto dispositivi. L’Haccp tra l’altro già prevedeva criteri rigorosissimi per l’esercizio di queste attività.
Chi oggi lamenta troppe restrizioni in vista della riapertura del 27 aprile ignora che anche quando si riaprirà per l’asporto e con il servizio ai tavoli, gli obblighi di cui sopra saranno indispensabili. Chi pensa che i supermercati, i panifici e le altre attività aperte non abbiano questi obblighi si sbaglia. Le osservanze sono tutte scritte nel protocollo sanitario del 14 marzo e nel dpcm del 10 aprile tanto che il Ministro dell’interno con circolare del 14 aprile ha demandato a Finanza e Ispettorato il controllo sul rispetto del protocollo per le attività ammesse.
Alla riapertura si dovrà fare i conti non solo con gli obblighi di legge ma anche con un calo di lavoro per cui si dovrà fare una valutazione sulla turnazione dei dipendenti e rivisitazione della pianta organica. Chi pensa che tra 15 giorni sarà economicamente tutto come prima, si sbaglia. Anziché polemizzare con l’ordinanza del governatore sarebbe interessante investire su piattaforme per il delivery e ripensare ad un packaging innovativo per gli alimenti.
Ripartire in sicurezza è fondamentale! Non è possibile rischiare! Chi riparte senza salvaguardare la sicurezza sanitaria mette a rischio tutti i sacrifici fatti finora. Dopo non sarebbe solo lockdown economico ma lockdown psicologico! Per cui l’invito è quello di lasciare le chiacchiere e i proclami. Bisogna attrezzarsi e assolvere agli obblighi previsti, nell’interesse sanitario ed economico di tutti!
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