Casa di cura “Santa Maria del Pozzo”: qui prevenzione fin da febbraio, nostro comportamento sempre corretto
Il Direttore Sanitario e lo staff medico della Casa di Cura Santa Maria del Pozzo, di Somma Vesuviana, con riferimento alle notizie apparse in questi giorni su quotidiani e testate giornalistiche on line, relative al trasferimento recentemente disposto di pazienti risultati positivi al Covid-19, intendono precisare quanto segue.
In primo luogo deve evidenziarsi che la Casa di Cura Santa Maria del Pozzo non è una Residenza Socio Assistenziale, bensì una Struttura Ospedaliera che eroga da decenni prestazioni di riabilitazione (ortopedica e neurologica) in regime di accreditamento istituzionale con il SSR e che, da qualche mese, in virtù di una specifica autorizzazione regionale, ha inaugurato il nuovo reparto SUAP ove offre assistenza a tredici pazienti in stato di coscienza minima.
Inoltre, ancor prima dell’adozione da parte delle istituzioni governative centrali e regionali del lockdown e, quindi, delle drastiche misure di contenimento dell’epidemia, la Casa di Cura aveva già provveduto, a fine febbraio, a contingentare gli accessi dei familiari dei pazienti ricoverati provvisti di DPI e poi fine marzo a vietarli del tutto.
Le cause del contagio recentemente riscontrato nella Casa di Cura non possono, quindi, farsi risalire in alcuna misura a possibili accessi non controllati; basti solo evidenziare che, sin dall’inizio del mese di marzo, è attivo un drappello all’esterno della Struttura per il pre-triage finalizzato alla verifica di ogni possibile accesso (lavoratori, fornitori) ed ogni nuovo ricovero di pazienti provenienti da Ospedali, pubblici o privati, è autorizzato solo previa allegazione di idonea certificazione attestante la negatività al tampone oro-faringeo.
Né, tantomeno, il contagio può discendere da comportamenti indiscriminati degli operatori ai quali sono stati forniti tutti i dispositivi di protezione individuali previsti dalle linee guida ministeriali; è stata costantemente fornita ampia formazione specifica sui rischi connessi alla trasmissione del virus.
A tanto deve anche aggiungersi che, nonostante non vi fosse alcuna indicazione specifica, l’ AD Avv. Sergio Terracciano e il Direttore Sanitario Dott. Domenico Mascolo avevano comunque avviato, sin dall’inizio del mese di aprile, una vasta operazione di screening del proprio personale e dei degenti, con l’impiego di test rapidi certificati CE-IVD.
Ed è stato anche grazie all’utilizzo dei test rapidi che lo scorso sabato 18 aprile è stata scoperta la possibile positività di un paziente, cui sono seguite:
- a) l’immediata segnalazione del caso alla competente ASL Napoli 3 Sud;
- b) la sottoposizione di tutti, lavoratori e degenti, ai tamponi oro faringei;
- c) l’accertamento della positività di diciotto ammalati immediatamente trasferiti al Covid Center di Boscotrecase, che non presentavano sintomi riconducubili ad infezione COVID-19
- d) l’accertamento della positività di quattro operatori, tutti asintomatici, posti in isolamento domiciliare
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