Economia

Case a 1 euro: cosa si nasconde dietro alle promesse di una vita da sogno

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Lo spopolamento, soprattutto nelle aree interne del nostro paese, sta provocando una serie di conseguenze negative che danneggiano la sopravvivenza di molti comuni, creando un vuoto economico e sociale preoccupante. Negli anni la tendenza più diffusa è stata quella di spostarsi verso le grandi città o le coste, lasciando i territori interni che oggi si ritrovano con problemi strutturali e con una grave mancanza di servizi. Una recente indagine, condotta da Piccole Imprese di Confindustria Campania e Università del Sannio, denuncia una situazione preoccupante tra le province di Avellino e Benevento. Si sono perse in un solo anno oltre 12 mila abitanti e le cause di questa dispersione sono da ricondurre alla mancanza di opportunità lavorative e a carenze strutturali. Un problema che si deve affrontare con urgenza, promuovendo a livello statale delle iniziative diffuse che favoriscano una redistribuzione della popolazione con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e creare nuove comunità economiche.
Qualcosa è stato fatto, ma non ha avuto la diffusione che si sperava.

Iniziative per contrastare lo spopolamento

Per contrastare il fenomeno che si propone con le medesime caratteristiche in molte zone d’Italia, si è pensato a diverse soluzioni, come gli incentivi fiscali ed economici per chi prende la residenza nei piccoli borghi, nuove modalità abitative e opportunità di acquistare immobili destinati all’abbandono totale a prezzi agevolati.

Tra le operazioni che hanno suscitato maggiore attenzione ci sono le famose case a 1 euro, che hanno fatto sognare milioni di italiani, tra le popolazioni più legate alle case di proprietà. Secondo il Censis infatti il 70,8% delle famiglie italiane vive nella casa di proprietà e oltre il 90% la considera un bene rifugio.
Nell’acquisto ultra conveniente delle case a 1 euro ci sono però alcune cose nascoste da considerare, che vanno un po’ a rovinare le invitanti premesse.

Case a 1 euro: cosa sapere

Per avere chiara sin da subito la situazione ed evitare brutte sorprese quando si finalizza l’acquisto, bisogna partire dal bando del comune che aderisce all’iniziativa.
Le case che vengono messe in vendita necessitano di interventi di ristrutturazione, in alcuni casi anche molto importanti e devono essere svolti in un lasso di tempo stabilito dal bando.
Ecco quali sono le condizioni:

  • chi acquista ha un anno per compilare il progetto;
  • l’acquirente ha 2 mesi per iniziare i lavori;
  • gli interventi vanno conclusi entro 3 anni;

In più, il comune può richiedere una fideiussione di 5 mila euro come garanzia, che viene rimborsata alla fine dei lavori.
Viene data priorità nell’assegnazione della casa a chi desidera trasferire la residenza nel luogo in cui si trova l’immobile.

 

Case a 1 euro: quali sono i costi accessori


Ci si rende dunque conto che la casa non costa effettivamente 1 euro, ma richiede un investimento molto più alto e un impegno stringente a livello temporale. L’acquirente, infatti, a fronte dell’agevolazione iniziale, deve sostenere diversi costi, che dipendono sia dalla tipologia di abitazione e dallo stato di conservazione sia dalle commissioni locali, che variano a seconda dei comuni.
Per quanto riguarda le imposte e le spese obbligatorie bisogna tenere conto delle tasse sull’immobile, dei costi notarili per completare l’acquisto, delle spese per il piano e gli interventi di ristrutturazione e di altre spese accessorie come eventuale arredamento, elettrodomestici e i costi per la rimozione del pavimento, che nelle abitazioni più vecchie andrà sicuramente sostituito.
Per garantire la riuscita del progetto nei tempi stabiliti è bene affidarsi ad un team di professionisti come quello di Bassetti Home Innovation, in grado di realizzare delle ristrutturazioni chiavi in mano che tengono conto di tutte le necessità della struttura.
Si arriva dunque ad una spesa media di almeno 20 mila euro.


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