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Caso La Russa: Ragazzi nel tritacarne e assurda sentenza mediatica

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Anna Tortora

“La vicenda di una ragazza ventenne che sostiene di essere stata violentata da un coetaneo è dolorosa e meriterebbe di essere trattata con delicatezza e rispetto. Naturalmente, capisco che il genitore di un ragazzo poco più che maggiorenne, accusato di un reato ignominioso, in una situazione del genere voglia aiutare il figlio. Tuttavia, fossi stato nei panni di Ignazio La Russa avrei evitato di intervenire.”
Maurizio Belpietro, direttore de La Verità

Avrebbe dovuto tacere? Lo ha fatto da padre, non da Presidente del senato. Giustificare il suo gesto significa sminuire il ruolo che ricopre, ma la comprensione per un genitore è sacrasanta.
“Continua anche oggi sui giornali la descrizione dei figli di La Russa come se fossero una via di mezzo tra gioventù bruciata e arancia meccanica. Sarebbe il caso di fermarsi. Criticare le sparate del padre è doveroso. Proteggere la ragazza che ha denunciato anche. Ma mettere questi ragazzi nel tritacarne non è decoroso.
La magistratura sta indagando sulla denuncia per violenza. Quanto pagano i La Russa per andare nei club non è materia politica e neppure giudiziaria. È voyeurismo.”
Carlo Calenda, Azione

Daniele Capezzone chiarisce ulteriormente: “Dimenticate il cognome del giovane Leonardo Apache, dimenticate di essere di destra o di sinistra, dimenticate di essere simpatizzanti o antipatizzanti di La Russa ecc.
Esaminiamo le cose freddamente. Se in un caso delicatissimo e su un sospetto così grave, già oggi sul Corsera c’è un paginone ultracolpevolista (“fonti della procura”, racconto della ragazza “credibile”, lesioni “compatibili”, possibile violenza “per induzione”), vuol dire che il PROCESSO MEDIATICO è in corso avanzatissimo prim’ancora che le indagini procedano. La “sentenza” mediatica è già servita.
Solito stile: tesi precostituita, massacro mediatico del bersaglio, valorizzazione dei soli elementi a supporto di un ben preciso obiettivo. Più una spruzzata di uso politico della giustizia e abbondante sputtanamento.
A tutto questo (al di là dell’esito di indagini e processo) si risponde in un solo modo: riforma liberale e garantista della giustizia per tutti i cittadini: separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, riforma del Csm e così via.”
Una sentenza mediatica fatta da individui che vantano vite perfette, figli perfetti, relazioni interpersonali perfette. Ci sia augura che lor signori
non finiscano mai nelle pagine di cronaca. E nessuno si raccapezzerà come sia possibile, dato che erano così perfetti. Il tritacarne non perdonerà neanche loro.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.