Attualità

Chicco Testa ci parla del suo ultimo libro ‘Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico’

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Anna Tortora

Per la mia rubrica “IL Personaggio” sono lieta di ospitare Chicco Testa, dirigente d’azienda, giornalista, già parlamentare della Repubblica, che ci parla del suo ultimo libro.

D. Lei scrive ‘Non andrà tutto bene. L’ambiente ai tempi del coronavirus’. Cosa ha provocato questa pandemia?
R. “Io non lo so, tecnicamente, cosa ha provocato la pandemia. So che episodi di epidemie o di pandemie sono state la normalità nella storia del mondo. In questi giorni, sto leggendo un romanzo molto lungo, tre volumi, sulla storia dei Tudor, ogni tre pagine torna la febbre inglese con i reali che scappano in campagna per evitare il contagio. Consiglio il libro ‘Racconti contagiosi’ di Siegmund Ginzberg, che ha rintracciato, nella letteratura mondiale, tutte le citazioni relative a epidemie, pandemie, contagi, ecc ecc. Partiamo, praticamente, da Omero ( gli Achei restano bloccati sulla spiaggia perché c’è un’epidemia nel loro campo che loro interpretano come punizione divina), per passare alla peste ateniese del V sec. a.C, poi quelle più famose che conosciamo tutti, quella del Boccaccio, del Manzoni, la peste giustiniana. Il mondo viveva in mezzo ai contagi e non poteva essere diversamente, viste le condizioni igieniche che, fino alla fine dell’Ottocento, hanno caratterizzato le nostre città. Quindi, il fatto che dalla febbre spagnola fino ad oggi non ci siano state epidemie di massa, forse rappresenta più un’eccezione che la norma. Nel frattempo, abbiamo inventato le vaccinazioni, gli antibiotici, tutta una serie di cose. Prima vedevo un filmato della Rai, del ’69 se non mi sbaglio, in cui allegramente l’annunciatore ci diceva che 12 milioni di italiani erano a letto con l’influenza. Non so, dunque, cosa ha provocato, certamente se c’è una domanda implicita sua, a quelli che cercano di collegare la pandemia all’inquinamento ho risposto ‘Deve essere la stessa cosa che ha pensato Pericle che è morto di peste ateniese nel V sec. a.C’.
I virus hanno qualche miliardo di anni di età e svolgono una funzione dell’evoluzione che è quella di attaccare gli individui deboli e selezionare la specie. Ovviamente, l’umanità moderna rifiuta questa selezione, com’è giusto che sia, e cerchiamo di resistere a tutti gli elementi di selezione naturale, proteggiamo i nostri anziani anziché abbandonarli sulla rocca di Sparta”.

D. Lei parla di una deriva grillina che spinge l’ecologismo globale verso l’annientalismo.
R. “E’ una questione molto complessa, paradossalmente la lego alla situazione di benessere diffuso che abbiamo raggiunto, perché dobbiamo sempre tener presente che cos’erano le nostre condizioni di vita di 40, 50, 60 anni fa. Ho letto, recentemente, un pezzettino di Mattia Feltri
il quale, analizzando che cosa contraddistingue un povero oggi (ci sono degli indici indicativi: non ha il telefono, mangia carne solo due volte a settimana) dice che era la condizione della sua famiglia bergamasca. Anche io sono di origine bergamasca, forse noi stavamo un po’ meglio perché mio padre era medico condotto, ma intorno a noi c’erano condizioni di povertà, c’erano persone che non avevano l’acqua corrente, i riscaldamenti. Questo cosa c’entra? Niente, se non per il fatto che siamo entrati in uno stato psicologico in cui dobbiamo inventarci complotti senza i quali non riusciamo a dare un senso alla nostra esistenza. Il grillismo è un coacervo di queste cose: anticapitalismo, la finanza internazionale che controlla il mondo, le multinazionali, la scienza, la tecnologia, i no vax. Ho sentito, prima, l’intervista di uno che ha scritto un libro con la prefazione di Gratteri, questo è un magistrato di Corte d’appello di Messina il quale dice ‘Io denuncerò penalmente Draghi, e l’Italia alla Corte di giustizia internazionale perché il Coronavirus è una grande invenzione delle multinazionali e degli Ebrei per dominare il mondo’. Capisce? Questo è un magistrato in Corte d’appello. Il grillismo è questa ideologia elevata all’ennesima potenza e ha fatto dei danni pazzeschi nel nostro Paese, per es. facendo prevalere la cultura del no. Del no, perché dietro ogni situazione si annida il profitto, la scienza, la tecnologia. Nell’enciclica del papa, Laudato si’, c’è una lunga frase che io ho citato, in cui si definisce la scienza e la tecnologia come il dominio e la manipolazione dell’uomo sulla natura. Se scrivi una cosa del genere, sei complice del grillismo”.

D. Mi ha colpito molto questa sua frase “Cosa significa occuparsi di ambiente? La risposta corretta dovrebbe essere: riuscire a preservare un equilibrio ecologico che consenta alla specie umana di crescere, di riprodursi e raggiungere un benessere diffuso per il maggior numero possibile di persone”. Un messaggio chiaro che si avvicina, in parte, alla Laudato si’.
R. “Bisogna intendersi bene. E’ molto difficile trovare qualcuno che dica che l’equilibrio ecologico va ottenuto riducendo il benessere della popolazione. Ci sono i teorici della decrescita che dicono anche questo, naturalmente loro ritengono che decrescendo si viva meglio. Nessuno dice voglio l’equilibrio ecologico e quindi dovete stare tutti male. In generale siamo tutti d’accordo che l’equilibrio ecologico debba portarci ad una vita migliore, però dopo ci si divarica sulle posizioni. Io trovo nell’enciclica del papa una visione terzomondista, anticapitalista, antitecnologica, molto old style, molto argentina, molto anni ’60. Fra l’altro, il papa fa un errore drammatico: non può identificare il terzo mondo con qualche migliaia di campesinos brasiliani o argentini. L’ex terzo mondo oggi si chiama Cina, Indonesia, India; Paesi che stanno diventando delle potenze mondiali. Trovo l’enciclica del papa impregnata di una ideologia antimodernista, antitecnologica, anticapitalista, che io non condivido. Io penso che noi abbiamo bisogno di un’economia aperta e che la soluzione ai nostri problemi verrà da ulteriori avanzamenti tecnologici. Verso la fine del libro riassumo con il termine disaccoppiamento, cioè riuscire a produrre maggiore benessere utilizzando meno risorse naturali, fare di più utilizzando di meno. Ed è la tecnologia la chiave di volta di tutto questo, come lo è sempre stata nella storia dell’umanità. Io ho fatto la tesi su Marx e sono rimasto affezionato a questa parte di Marx quando parla dello sviluppo delle forze produttive, cioè dei mezzi tecnologici come coloro che mettono sottosopra il vecchio mondo e ne fanno partorire uno nuovo. La macchina a vapore manda in crisi il feudalesimo, la tecnologia di oggi manda in crisi i vecchi rapporti sociali, i vecchi equilibri che non reggono più.
La critica più profonda che faccio alla Laudato è la sua cosmologia. Non mi puoi presentare il mondo come un giardino che Dio ci ha regalato e noi con i nostri peccati stiamo rovinando. Noi sappiamo che non è così, il nostro pianeta non ha bisogno di essere salvato, si salva da solo, noi dobbiamo salvare la specie umana. Se la specie umana scomparisse dalla terra, la terra starebbe meglio, avrebbe più animali, avrebbe più specie vegetali. Meglio, se si può dire meglio, perché il meglio e il peggio sono un giudizio umano e se non c’è più la specie umana che cavolo di meglio o peggio abbiamo? Ci sono state nel mondo cinque grandi estinzioni di massa, quando parlo di estinzione di massa parlo della scomparsa di più dell’80% di tutte le specie viventi, avvenute per cause naturali . E’ stata la natura a farlo, l’uomo non c’era, allora presentare la natura buona da una parte e l’uomo cattivo dall’altra è una rappresentazione fanciullesca, buona per le scuole elementari e non per una Chiesa che, oltretutto, ha già dovuto farsi una profonda autocritica rispetto a Galileo. Una volta il papa ha detto una cosa interessante, in un’intervista, a Scalfari che gli chiedeva della creazione e lui ha detto ‘La creazione è stato un impulso iniziale’; cercava di far coincidere la creazione con il big bang. Dio ha dato solo l’impulso iniziale, il resto è venuto di conseguenza, poi, però, è stato criticato all’interno della Chiesa. Non c’è una cosa più importante al mondo delle idee, anche se noi le disprezziamo, esse formano la coscienza, formano le grandi correnti di opinione, formano i diritti della nostra società e se abbiamo le idee sbagliate produciamo dei danni enormi. Io non sono d’accordo con quelli che dicono ‘Sì vabbè, il papa avrà detto delle fesserie, Greta dirà delle fesserie, però hanno una funzione utile’; no, non è una funzione utile, perché se parti da un’idea sbagliata vai in una direzione sbagliata. Abbiamo bisogno di idee giuste e corrette che interpretino per bene la realtà delle cose”.

D. Crede si debba lavorare ancora molto per cambiare la mentalità delle persone riguardo a questo tema?
R. “Sì, bisogna lavorare ancora molto. Bisogna, soprattutto, mostrare nella pratica i benefici di alcune cose. Bisogna uscire dall’ideologia, anche tutto questo discorso che fa l’Unione Europea sullo sviluppo sostenibile, la resilienza…io non ne posso più! Sono discorsi di un’astrattezza assoluta, il cittadino cosa capisce? Noi abbiamo adottato internet o i telefonini, non perché ce l’ha ordinato qualcuno, ma perché sono diventati strumenti essenziali e utili per la nostra vita. Abbiamo capito che le fonti rinnovabili sono diventate delle parti importanti della nostra vita, abbiamo capito che mangiare meglio fa bene. L’educazione è importante, ma sono pragmatico per cui ritengo sia giusto mostrare i benefici nella vita di ogni giorno, nella vita delle imprese. Faccio un esempio: lei usa il navigatore in automobile, sa quanto le fa risparmiare, in un anno, rispetto a quando andava in giro con lo stradario per cercare una strada? Secondo me, nella mia esperienza personale, alcune ore all’anno. Ci sono un miliardo di automobili nel mondo, se ciascuno di questi autisti risparmia due ore all’anno, grazie a un navigatore, noi abbiamo due miliardi di ore in meno di guida e significa almeno dieci miliardi di benzina in meno consumati. E’ una cosa questa che non viene pensata come parte dell’ecologia, eppure lo è, in quanto l’intelligenza artificiale ci aiuta a ottimizzare le nostre risorse. Mi occupo di questi argomenti e lo so che stanno arrivando salti tecnologici ulteriori. Le ondate di innovazione tecnologica sono diventate sempre più profonde, da quando è stata trovata l’elettricità al fatto che tutti avessero l’elettricità in casa sono passati quasi cento anni, dall’invenzione del telefonino al fatto che tutto il mondo ne avesse uno ne sono passati venti. Guardi oggi la vaccinazione, io credo che, nonostante le difficoltà, arriveremo a vaccinare tutto il mondo nel giro di pochi anni, perché c’è la ricerca scientifica, la globalizzazione, c’è la cooperazione tra gli Stati, tutte queste belle cose che a me piacciono”.

Il contributo della ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono dei fattori importanti per uno sviluppo sano della società.
Ringrazio il dottor Chicco Testa per la piacevole conversazione.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.