Città Metropolitana di Napoli, intitolata a Teresa Buonocore la mamma-coraggio di Portici la casa-famiglia per le donne vittime di violenza, con sede in un bene confiscato alla criminalità organizzata nel Comune di Melito
Con delibera approvata oggi lunedì 9 ottobre 2023, il sindaco metropolitano di Napoli Gaetano Manfredi, ha deciso di intitolare il villino sito nel Comune di Melito alla via Roma 8, bene confiscato alla criminalità organizzata, a Teresa Buonocore, la mamma-coraggio di Portici, uccisa per aver denunciato l’uomo che aveva abusato della figlia di 8 anni.
Il 20 settembre 2010 due sicari affiancarono la Buonocore in via Ponte dei Francesi, a Napoli, e misero fine alla sua vita con quattro colpi di pistola, punendola perché, con la sua testimonianza al processo, aveva fatto condannare un pedofilo a 15 anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di due ragazze minorenni, tra cui sua figlia di 8 anni. L’uomo venne poi riconosciuto come mandante dell’omicidio.
La dirigente al Patrimonio Anna Capasso, sentito il Consigliere delegato ai beni confiscati Salvatore Flocco (M5S) ha approvato l’istruttoria dell’Ufficio Beni Confiscati, tenendo conto proprio della destinazione dell’immobile a casa-famiglia per donne vittime di violenza.
Con Determina della Città Metropolitana di Napoli n. 16 del 2 gennaio 2023, infatti, il villino di Melito, alla via Roma 8 – Parco Ville, è stato assegnato in comodato d’uso a titolo gratuito e per finalità sociali alla Cooperativa sociale Casa dei sogni, in associazione temporanea d’impresa con l’A.P.S. Nessuno Escluso, la cooperativa sociale Apeiron e l’associazione Comitato civico Camposcino, che hanno ottenuto il bene con una proposta progettuale finalizzata a migliorare la qualità dei percorsi integrati di sostegno alle donne e ai minori vittime di violenza, a fornire loro percorsi guidati per uscire dalla condizione di isolamento, per ritrovare fiducia e autostima.
“E’ particolarmente significativo intitolare un centro antiviolenza a una mamma coraggiosa come Teresa Buonocore, brutalmente uccisa per aver deciso di denunciare chi aveva abusato di sua figlia. Il sacrificio della sua vita è la testimonianza di una persona, di una donna, che ha creduto fortemente nelle istituzioni e nel valore della legalità, pagando con la propria vita la scelta di opporsi ad un esponente della criminalità organizzata – afferma il sindaco metropolitano Gaetano Manfredi – Con questa delibera vogliamo tenere alta la sua memoria e fare in modo che tante altre donne, ospiti della casa-famiglia, possano seguire il suo esempio e trovare il coraggio di denunciare i propri aggressori”.
Esprime soddisfazione per la delibera anche Salvatore Flocco, Consigliere metropolitano delegato ai beni confiscati: “Sono certo che, nel nome di Teresa Buonocore, tante donne sapranno uscire dal sommerso, trovare la forza di ribellarsi alla violenza, sia fisica che psicologica, sapranno opporre un no secco alla logica del sopruso e della sopraffazione e avranno il coraggio di riprendere in mano la propria vita, scegliendo liberamente il proprio futuro lontano da uomini violenti. L’intitolazione a suo nome della casa famiglia per donne e minori vittime di violenza di Melito via Roma, 8, possa essere d’ispirazione per altre vittime che possano grazie al suo esempio trovare il coraggio di opporsi, sapendo che non saranno lasciate sole, e avranno una rete di protezione”.
Per il suo gesto eroico Teresa Buonocore fu insignita della medaglia d’oro al merito civile il 22 novembre del 2017 con la seguente motivazione: “Con coraggiosa fermezza, pur consapevole dei rischi cui si esponeva, denunciava, per le violenze perpetrate ai danni della propria figlioletta e di un’altra bambina, un vicino di casa, noto pregiudicato, ritenuto responsabile degli efferati reati, per i quali veniva riconosciuto colpevole e condannato a numerosi anni di detenzione. A distanza di tempo la donna, mentre era alla guida della propria autovettura, veniva mortalmente colpita da diversi colpi di pistola esplosile contro da due motociclisti, successivamente identificati quali sicari dell’uomo precedentemente denunciato e per tale omicidio condannato all’ergastolo. Nobile esempio di straordinario amore materno e di eccezionali virtù civiche, spinte fino all’estremo sacrificio”.
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