Clamorosa eliminazione al Maradona. Il Napoli 2 non paga
di Luca Muratgia.
In una serata burrascosa, almeno da un punto di vista atmosferico, il Napoli fallisce il primo obiettivo stagionale e subisce l’eliminazione ad opera della Cremonese ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sul risultato di 2-2. La notizia assume i connotati dello scalpore considerando che si trattava di un vero e proprio testa coda con la Cremonese ultima in classifica con zero vittorie in campionato e distante ben 40 punti dai partenopei. Spalletti rivolta il Napoli come un calzino schierando tutti i giocatori che, almeno fino ad ora, non avevano trovato spazio in campionato modificando ben dieci undicesimi rispetto alla formazione base, scelta che, visto l’esito finale dell’incontro, sarà pagata a caro prezzo. Già dalle prime battute si intravede come gli equilibri risultino particolarmente precari con giocatori che mai fino ad oggi avevano giocato insieme ed evidentemente poco abituati alla trance agonistica di un incontro ufficiale. La Cremonese inoltre, si presentava con il nuovo allenatore Ballardini, subentrato all’esonerato Alvini, capace già in pochi giorni di conferire una rinnovata verve agonistica. Il primo tempo infatti gli uomini di Spalletti mostrano scarso equilibrio in campo mostrando il fianco agli attaccanti grigio rossi che mettono in seria difficoltà la retroguardia azzurra che, complice lo scarso filtro a centrocampo non riesce a reggere l’onda d’urto di giocatori veloci come Okereke lasciato spesso e colpevolmente in campo aperto. Proprio da un’iniziativa del nigeriano nasce il vantaggio lombardo siglato da Pickel. Nonostante le difficoltà il Napoli reagisce con veemenza riuscendo a ribaltare il risultato già prima dell’intervallo con Juan Jesun che in mischia realizza l’1-1 e poi con il Cholito Simeone che su assist di Zerbin, di testa, realizza un gol dei suoi. Il secondo tempo il Napoli tenta di controllare la partita evitando colpevolmente, di chiuderla pur avendone le possibilità. Tra l’altro Spalletti, a metà secondo tempo, opta per i titolari Anguissa Lobotka e Politano e paradossalmente i citati cambi, che avrebbero dovuto conferire una certa stabilità in chiave risultato, portano un considerevole e inspiegabile peggioramento con la Cremonese che si rende più volte pericolosa fino a pervenire al pareggio a pochi minuti dal novantesimo aprendo le porte per i supplementari. Proprio nei tempi supplementari, nonostante la superiorità numerica per l’espulsione di Sarnicola e il conseguente ingresso di Vitor Osimhen, il Napoli non riesce a segnare anche per le condizioni meteo nel frattempo divenute proibitive. La lotteria dei rigori non lascia spazio a pronostici o previsioni con l’errore che diventa fatale di Lobotka che spedisce la palla fuori mentre i rigoristi lombardi si dimostrano implacabili realizzando tutti e cinque i tiri dal dischetto.
Questa partita rappresenta un importante monito per i partenopei a testimonianza del fatto che nel calcio moderno non si può sottovalutare nessuno. E la circostanza che la partita si sia ulteriormente complicata con l’ingresso in campo dei vari titolari, dimostra una supponenza e una superficialità che potrebbe comportare seri problemi in ottica campionato. I vari Anguissa, Zielisky ma anche Politano sono parsi particolarmente superficiali, compassati ed eccessivamente convinti della propria superiorità. Se si vuole pensare in grande e continuare a credere nell’incredibile certi atteggiamenti non sono assolutamente concepibili e anche Spalletti, fino ad oggi impeccabile, evidentemente non ha conferito alla squadra la dovuta mentalità. Magari è un bene che tali dinamiche si siano configurate in Coppa Italia e non abbiano avuto conseguenze in campionato.
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