MagazineTeatro

Colpo di scena con Carlo Buccirosso: “A teatro porto i pensieri della gente con gli argomenti che tutti sfiorano”

Condividi

Napoli, 8 dic – Carlo Buccirosso reduce dal successo ottenuto al ‘Teatro Italia’ di Acerra. L’attore partenopeo, porta questa volta in tournée teatrale un giallo ricco di spunti giuridici ambientati in un commissariato, scritto in cinque mesi e giunto alla sua settima rappresentazione con ritmi molto sostenuti.

Senza alcuna pretesa moraleggiante, l’autore Buccirosso trasmette al pubblico un personale punto di vista sul senso della giustizia e la tutela della legge che purtroppo non focalizza bene l’attenzione sui recidivi di colpa. Così, attraverso i poliziotti che intervengono in scena, si parla di violenza di genere intesa ad ampio raggio: tutela delle donne, necessità di denuncia, abuso su minori ed anziani, sovra tassazione e vizio del gioco, oltre che di contrabbando di sigarette, assenza di intervento dei garanti della legge a sei mesi dal reato non denunciato.

Su questioni trattate analiticamente con riferimento pieno e pertinente ai codici penali, il  vicequestore interpretato dall’attore napoletano, ricama la battuta ilare e sagace che scaturisce dall’intelligenza e non dai soliti luoghi comuni. Al centro di tutto uno Stato vittima esso stesso di un sistema cavilloso, cui Buccirosso rivolge la sua attenzione, quasi invitando il pubblico a fare una anamnesi attenta della realtà che ci circonda.

 

Carlo, come cerca di portare avanti ilarità e comicità della scuola d’arte partenopea, senza alterarne la sacralità?

Sicuramente il mio teatro non è cervellotico, né intellettuale, soprattutto non commerciale. E’ popolare perché arriva al cuore ma occorre seguire ciò che avviene in scena senza alcuna distrazione. Oggi il problema è che la gente viene a teatro solo per ridere ed anche i cartelloni si adeguano alle necessità del pubblico. Cerco di essere fedele a me stesso, portando sul palcoscenico storie ragionate, sensate, costruite con volontà.

 

Quando si approccia ad una nuova scrittura teatrale, pensa più ai drammi dell’essere umano o ai suoi paradossi comici?

Per me il paradosso comico arriva all’ultimo posto. Che io poi riesca sempre a far ridere anche con cose dove si parla di sociale o di questioni importanti come l’argomento di quest’anno sullo Stato che non tutela abbastanza, è un bene. Nel mio teatro si ride senza schernire; lo scorso anno ad esempio trattai il tema dell’omosessualità, senza tacciare alcuno. Sa perché si ride? Perché il mondo è fatto così: oggi dove c’è una tragedia c’è una risata!


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.