Colpo di scena con Carlo Buccirosso: “A teatro porto i pensieri della gente con gli argomenti che tutti sfiorano”
Senza alcuna pretesa moraleggiante, l’autore Buccirosso trasmette al pubblico un personale punto di vista sul senso della giustizia e la tutela della legge che purtroppo non focalizza bene l’attenzione sui recidivi di colpa. Così, attraverso i poliziotti che intervengono in scena, si parla di violenza di genere intesa ad ampio raggio: tutela delle donne, necessità di denuncia, abuso su minori ed anziani, sovra tassazione e vizio del gioco, oltre che di contrabbando di sigarette, assenza di intervento dei garanti della legge a sei mesi dal reato non denunciato.
Su questioni trattate analiticamente con riferimento pieno e pertinente ai codici penali, il vicequestore interpretato dall’attore napoletano, ricama la battuta ilare e sagace che scaturisce dall’intelligenza e non dai soliti luoghi comuni. Al centro di tutto uno Stato vittima esso stesso di un sistema cavilloso, cui Buccirosso rivolge la sua attenzione, quasi invitando il pubblico a fare una anamnesi attenta della realtà che ci circonda.
– Carlo, come cerca di portare avanti ilarità e comicità della scuola d’arte partenopea, senza alterarne la sacralità?
Sicuramente il mio teatro non è cervellotico, né intellettuale, soprattutto non commerciale. E’ popolare perché arriva al cuore ma occorre seguire ciò che avviene in scena senza alcuna distrazione. Oggi il problema è che la gente viene a teatro solo per ridere ed anche i cartelloni si adeguano alle necessità del pubblico. Cerco di essere fedele a me stesso, portando sul palcoscenico storie ragionate, sensate, costruite con volontà.
– Quando si approccia ad una nuova scrittura teatrale, pensa più ai drammi dell’essere umano o ai suoi paradossi comici?
Per me il paradosso comico arriva all’ultimo posto. Che io poi riesca sempre a far ridere anche con cose dove si parla di sociale o di questioni importanti come l’argomento di quest’anno sullo Stato che non tutela abbastanza, è un bene. Nel mio teatro si ride senza schernire; lo scorso anno ad esempio trattai il tema dell’omosessualità, senza tacciare alcuno. Sa perché si ride? Perché il mondo è fatto così: oggi dove c’è una tragedia c’è una risata!
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