Territorio

Comunali Avellino, “Fdi al massacro”

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Anna Tortora

Intervista con l’avvocato Vincenzo Quintarelli, ex commissario cittadino di Fratelli d’Italia

Si è appena concluso il primo turno delle elezioni comunali di Avellino. Che giudizio ha dei risultati  maturati e della campagna elettorale appena conclusa?
“Partecipavo per la prima volta ad una campagna elettorale in contrapposizione con il mio partito di appartenenza, Fratelli d’Italia. Per questa ragione l’esperienza è stata certamente anomala e particolare ma non nascondo di essermi anche molto divertito. Certamente chiedere il consenso all’esterno degli ambienti della destra cittadina non è stato facile, soprattutto per chi, come me, ha una connotazione partitica riconosciuta e riconoscibile. Ho ricevuto il sostegno di amici di antica data che hanno capito le mie ragioni e le motivazioni alla base di questo salto nel vuoto; i quali  hanno dimostrato vivo apprezzamento per il coraggio della scelta.  Ho incontrato elettori ed amici di altra estrazione politica e ho imparato ad ascoltare e valutare le ragioni di tutti. Cosa che, devo ammettere, non avevo molto praticato in passato. Per quanto riguarda il mio risultato personale devo ritenermi soddisfatto, considerando che in lista con me c’erano anche i candidati di riferimento di Giuseppe Gargani e Giuseppe De Mita. Purtroppo il nostro candidato sindaco, Rino Genovese, pur ricevendo un buon risultato elettorale è rimasto fuori dal ballottaggio, precludendo la mia elezione. Ha, comunque, dimostrato valore e spessore e per quanto mi riguarda rimane il sindaco migliore possibile per questa città.”
Come mai si è candidato nella lista del Patto Civico e non in quella di Fratelli d’Italia?
“La storia qui sarebbe lunga ma proviamo a sintetizzare in poche parole. Diciamo che si è trattato di una serie di incomprensioni su come si portano avanti le decisioni in un partito. In politica, ma anche nella vita, decidere e fare tutto da soli, non è ammissibile oltre che dannoso. Quando le decisioni devono raccogliere il consenso di un gruppo, motivandolo, è indispensabile procedere condividendo le informazioni, le necessità e facendo partecipi del processo decisionale tutti quelli che possono e dovranno dare il loro apporto. Tutto questo, dall’attuale Presidenza provinciale di Fratelli d’Italia, è  ritenuto superfluo con tutte le conseguenze del caso anche a discapito della sua persona.
Questo giustificherebbe il suo abbandono e gli scarsi risultati ottenuti da Fratelli d’Italia alle Comunali?
“Certamente si per quanto riguarda la mia uscita da Fratelli d’Italia, anche se continuo a sentirmi appartenente a quel partito e continuo ad essere un elettore di Giorgia Meloni, avendola votata insieme ad altri candidati alle Europee. Credo, inoltre, che quel misero 3,8%, con soli 1100 voti, raccolto dalla lista alle comunali, sia frutto della scarsa condivisione e della totale incomprensibilità delle scelte politiche praticate. Isolare Fdi dal resto della coalizione non ha premiato la lista ed il candidato sindaco, che pure ha ricevuto molti più voti del simbolo presente sulla scheda. Era tutto previsto e prevedibile, come ho tentato più volte di spiegare a chi di dovere, ma purtroppo la concomitante campagna elettorale alle europee ha imposto l’estremo sacrificio di 32 persone mandate semplicemente al massacro.”
Quale sarà ora il suo futuro?
“Con l’attuale dirigenza provinciale di Fdi vi è totale incompatibilità ambientale e politica. Spero che i gravi errori commessi siano portati all’attenzione degli organi superiori del partito da chi ancora fa parte e crede in questo partito. Io sinceramente ho deciso di non combattere più contro i mulini a vento anche perché la sensazione di libertà che mi ha dato questa esperienza mi sento di consigliarla a tanti altri amici. Chiaramente sono di destra e continuerò ad essere di destra ben sapendo che la Destra non ha i soli confini di un partito, tra l’altro mal gestito e snaturato a livello provinciale. La cosa che più mi rammarica è aver lavorato per tre anni per riportare Fdi in Consiglio Comunale e con l’arrivo della nuova Presidenza, tutto il lavoro svolto è andato in fumo come l’obiettivo che mi ero prefissato. Si lavorava meglio con il commissario, almeno c’era chi ogni tanto ascoltava la base militante.”

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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.