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Con la Schlein un ritorno alla democrazia

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di Antonio del Mese.

Con l’elezione di Elly Schlein possiamo mettere in soffitta il “partito” democratico insieme al comico Maurizio Crozza che, oltre un decennio fa, affermava che si chiamassero “primarie” perché sia sapeva “prima” il vincitore.

La Schlein, tornata nel PD a dicembre 2022 al grido “Non abbiamo bisogno di un partito degli eletti e delle elette o delle correnti, ma un partito dei militanti” ha rovesciato la piramide.

Ha liquidato il “vecchio” PD e l’ha trasformato in un movimento, considerato che liberi elettori, anche causali o simpatizzanti, hanno ribaltato il verdetto dei Circoli che avevano scelto Stefano Bonaccini con una percentuale, poco incoraggiante, del 52,9%.

Rien ne va plus, i giochi sono fatti!

Dall’esordio delle primarie, nel 2007, l’affluenza è partita dai 3,5 milioni per arrivare, oggi, a poco più di 1 milione. Si è partiti da Walter Veltroni, che venne scelto con il 75,81% dei votanti, per giungere alla Schlein con il 53,8%.

Il disinteresse sempre maggiore verso il voto ha fermato il “gioco” dei soliti noti: le “Primarie” della Schlein hanno dimostrato che la vittoria non la si ottiene nelle segreterie ma sulla costruzione di una identità. 

Rien ne va plus.

Il Movimento Democratico ha per la prima volta una leader donna che, alternativa all’altra leader Giorgia Meloni, non appena eletta ha prontamente dichiarato: “Ringrazio il popolo democratico, un popolo che si è riunito e ha risposto alla chiamata”.

Il messaggio è chiaro: il PD non c’è più e la vera sfida si gioca sui temi e non nelle “chiuse stanze” di una politica incapace di dare una prospettiva alla Nazione e che fonda il proprio potere non sul voto ma sull’astensione. 

Rien ne va plus.

La prima vera partita della Schlein è costruire una alternativa alla Meloni riuscendo, alle prossime elezioni europee del 2024, a prendere più voti dei 5stelle.

L’alternativa, per essere credibile, si vedrà nella nuova Segreteria, in una nuova classe dirigente che ponga fine allo scempio di una politica che oramai si confronta sui soli “cambi di casacca”.

Basti dare uno sguardo agli altri partiti per rendersi conto che la principale preoccupazione è la campagna acquisti: dove andranno i fuoriusciti del PD e quanti lasceranno l’avvocato del popolo? 

La Schlein dovrà smarcarsi da queste logiche e costruire una nuova identità, dando una speranza alla nostra Nazione: di tornare democratica con una opposizione seria che guardi all’agenda e al dibattito e non più alle poltrone.


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