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Con ‘L’oro di Napoli’ il teatro diventa dono

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Napoli, 9 genn. – Dall’ 1 fino al 13 gennaio la Casa della Musica del Teatro Palapartenope ospita ‘L’Oro di Napoli’, spettacolo in due atti diretto da Nello Mascia.

A scena aperta lo spettatore si predispone ad entrare subito nella vita frenetica dei vicoli partenopei, animati da tante storie diverse, tutte guidate da bella musica suonata dal vivo da Ciccio Merolla. Il respiro artistico di ogni quadro presentato sul palcoscenico, viene sospinto dal vento creativo del vulcanico Merolla, pronto a riadattare e contaminare di nuovi istinti, canzoni classiche partenopee, ritenute d’autore, oltre che piccoli inserti d’aria lirica. Grazie ai suoi arrangiamenti Napoli si “sente” nuda e cruda, vera ed eterna.

Sulla stessa scia un portiere d’eccezione, Nello Mascia, guida le vicende del vicolo, quale regista attento e deus ex machina impegnato a creare un legame affettivo ed emotivo tra pubblico, storia e pensiero napoletano. Così prendono forma i “pensoni” dei figli di Partenope, additati spesso come nullafacenti perdi giorno. Trattasi in realtà di filosofi che ragionando alla maniera napoletana, riescono ad aggirare gli ostacoli grazie ad un cospicuo grado di pazienza.

E’ questo il vero oro di Napoli, il senso di lettura metaforico ed anagogico che i figli di una terra calda e pulsante, riescono a dare perfino alle realtà più critiche del quotidiano.

Ogni attore fa la sua parte in scena, con professionalità, impeccabilità, profondità. L’elogio dell’intera compagnia viene fuori facilmente: ciascun personaggio veste in modo aderente i panni affidatigli.

Sublime l’intero insieme rappresentato da un’attenta regia.  Nella pièce in cui teatro e cinema si intersecano tra loro, si assiste a rintocchi di bellezza su un orologio ad ingranaggio perfetto che presenta l’umana vicenda come una partita a carte in cui caso e bravura aiutano a “mettere scopa”, vincendo.

Evidente l’omaggio ad attori gloriosi quali Totò, Sofia Loren, Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica, così come apprezzata è la scelta di mescolare nella rappresentazione tanti generi insieme, dalla sceneggiata alla farsa, dal carosello alla tragicommedia.

L’Oro di Napoli fa sognare una città che che fu, in attesa di essere rivalutata, pensata e trasmessa oggi alle nuove generazioni, chiamate a leggerne lo spirito nella giusta maniera. Chi potrebbe mai pensare che la caffettiera alla napoletana riesca a raffigurare ad esempio una clessidra? Il caffè per i partenopei gode di un suo particolare legame col tempo: è rituale di attesa, incontro, speranza!

Nuovi pensieri ed emozioni forti messe in circolo da questa piéce, trasformano il teatro in dono puro, da cogliere e portare a casa come vera ricchezza.

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.