22 Dicembre 2024
Attualità

Coronavirus, appello di Federlab a Governo e presidenti di Regione: “Si ponga fine a lockdown dei centri PMA (Procreazione Medicalmente Assistita)”

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ROMA. “Lanciamo un appello al governo, al ministro della Salute Roberto Speranza ed a tutti presidenti delle Regioni: si ponga fine al lockdown dei centri di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita)”. Lo chiedono, in una nota, Gennaro Lamberti e Alfonso Maria Irollo, rispettivamente presidente e rappresentante degli ambulatori PMA di Federlab Italia, tra le principali associazioni di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale. “In Italia, Paese in Europa con la più grossa riduzione delle nascite e con la popolazione più ‘anziana’ alla ricerca del primo figlio, più del 30% delle coppie è affetta da sterilità” spiega Lamberti. Ebbene, prosegue: “nell’ultimo periodo si è giustamente dato voce alle difficoltà economiche in cui si dibatte il nostro sistema produttivo ma si ci è completamente dimenticati dei centri di PMA a dispetto del fatto che la terapia contro la sterilità sia un diritto per chi ne è affetto, previsto dalla Costituzione, chiarito dalla Legge”. “Il disinteresse della politica e il blocco dei trattamenti a causa del coronavirus, sta comportando” per Lamberti “un danno biologico irreversibile per molte coppie”. Per questo, è l’amara denuncia del ginecologo Alfonso Maria Irollo “non possiamo né dobbiamo dimenticarci delle coppie sterili e degli operatori di un settore che rischia di finire schiacciato per sempre sotto i colpi della crisi”. Con il lockdown delle strutture, incalza ancora il rappresentante dei centri di PMA di Federlab: “In tanti rischiano di veder svanire per sempre la possibilità di avere un figlio”. Da qui l’appello conclusivo a Governo e Regioni “ad intervenire immediatamente ricordando che l’apertura dei centri PMA non è come quella di un normale esercizio commerciale. Insomma, non basta alzare la saracinesca per riprendere il servizio ma occorre un lasso di tempo che va da 1 a 3 mesi dopo l’apertura, prima di poter effettivamente ripartire”.


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