Cosa resterà dell’Ucraina
Cosa resterà dell’Ucraina? È quello che dovremmo tenere a mente continuamente per riuscire a dare un senso a quello che sta accadendo. Noi ci illudiamo che Putin possa finire, che Zelensky vincerà. Bello. Ottimo direi.
Non siamo, però, certi di nulla. Questo vale per quasi tutto ciò che accade nella vita. E per quanto tremenda possa essere questa idea di precarietà, è l’unica certezza a nostra disposizione.
Lasciare che questa guerra si risolva nei modi meno surreali, credo sia il vero successo dell’Ucraina.
Poi si vedrà come potrà e se potrà fare parte dell’UE.
“L’ex ministro Marco Minniti dice:” Portiamo Kiev nell’UE per poi spingerla a trattare con Mosca”. Oramai sull’Ucraina si dice di tutto, in tutte le direzioni, sempre però ignorando la realtà dei fatti e la situazione sul campo. Ma l’ex ministro Minniti lo sa che un paese in guerra non può entrare nell’UE che, altrimenti, si ritroverebbe direttamente coinvolta nel conflitto? Lo sa che l’Ucraina è ben lontana dal rispettare i citeri stabiliti dall’UE per l’ammissione in materia di libertà politiche e civili, indipendenza della magistratura, lotta alla corruzione ecc. ecc. Ci vorranno anni prima che l’Ucraina si metta in regola. E non lo farà comunque mentre dura la guerra. All’Ucraina in realtà converrebbe cominciare a ragionare ora sull’apertura di un possibile negoziato. Aspettando troppo, potrebbe perdere ulteriori territori. Ricevendo tutti i missili, le munizioni e i sistemi d’arma richiesti all’UE e agli USA, l’Ucraina potrebbe certo resistere ancora qualche mese. Ma a che scopo? Diciamoci la verità. Pensate davvero che la Russia (dico la Russia, non Putin) possa rinunciare alla Crimea e alle regioni russofile del Donbass conquistate a prezzo di centinaia di migliaia di morti? Davvero lo credete? Esiste per la verità una possibilità di conseguire il risultato: guerra totale della NATO (quindi degli USA) contro la Russia e le sue 6000 testate nucleari. Ma questo ovviamente non lo vogliono né Washington né Mosca, nonostante le gesticolazioni elettoralistiche di Macron e Tusk. E allora? Traete voi le conclusioni.” Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia
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