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COVID in carcere, in una settimana incremento del 20% tra detenuti ed agenti

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“La diffusione del Covid nelle carceri è sempre più preoccupante: nel giro di una settimana secondo i dati ufficiali di fonte ministeriale si registra un incremento di contagiati tra detenuti e personale penitenziario del 20%. Ma per noi che monitoriamo quotidianamente gli istituti nelle regioni l’incremento tra gli agenti è molto superiore come testimoniano i 60 casi di Santa Maria Capua Vetere, gli oltre 30 di Milano-San Vittore, i 17 di Rovigo”. Lo denuncia il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “i dati ufficiali sono parziali e arrivano in ritardo rispetto alla realtà che segna un trend di contagi destinato ad avere conseguenze impattanti sulla gestione delle carceri. E se pure risultasse vero l’aumento “solo” del 20% in mancanza di misure urgenti per bloccarlo nel giro di poche settimane raggiungeremo un picco molto vicino a quello delle carceri dei Paesi sud-americani. Sminuire o nascondere la verità – continua – può solo portare ad un’ulteriore sottovalutazione e a complicare le problematiche esistenti”. Di Giacomo riferisce di un’interlocuzione con il Ministro alla Salute Roberto Speranza che – dice – “molto responsabilmente ha condiviso la nostra preoccupazione ed ha annunciato l’organizzazione dai prossimi giorni di Open Day di vaccinazioni nelle carceri proprio come accade fuori. Continuiamo a mettere in guardia su ulteriori ritardi che si sommano a quelli già accumulati da mesi. Si sta ripetendo lo stesso grave errore di sottovalutazione compiuto con l’avvio della prima fase di vaccinazione anti-Covid: per la somministrazione della dose booster (cosiddetta terza dose) del vaccino – evidenzia Di Giacomo – non c’è alcuna corsia preferenziale per il personale penitenziario e i detenuti. E se qualcuno pensasse che attualmente sia sufficiente il Green Pass deve ricredersi perché non è così: la sicurezza di detenuti ed agenti si garantisce con tutta una serie di strumenti e comportamenti di rigorosa prevenzione e con un monitoraggio costante della diffusione del virus. Si dimentica che le rivolte nelle carceri nella primavera 2020 hanno avuto come scintilla
proprio la diffusione della pandemia e che quindi è molto facile innescare di nuovo tensioni.
Per questa ragione – dice Di Giacomo – rinnoviamo l’appello ai Ministri alla Salute e di Grazia e Giustizia perché nella circolare (Ministro Speranza) si prevede la somministrazione della dose booster anche alla fascia d’età tra 40 e 59 anni – dopo almeno 5 mesi dal completamento del ciclo primario – “in considerazione dell’aumentata circolazione del virus SarsCoV2, che ha determinato un incremento dell’incidenza di nuove infezioni”, ma non c’è indicazione sulle priorità che riguardano agenti e detenuti. Gli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sul tema del carcere sono in totale 132,9 milioni di euro, utilizzabili dal 2022 al 2026 per la “costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture”. Si cominci a spendere per rafforzare in strutture e personale il sistema di tutela della salute che registra carenze storiche ancor più allarmanti per la situazione Covid”.


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