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Crollo Napoli. Brutta sconfitta al Maradona e testa della classifica persa dopo 39 giornate

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di Luca Muratgia.

Dolorosa sconfitta per il Napoli al Maradona dove la Lazio di Sarri si conferma bestia nera per i partenopei che, proprio contro i capitolini, rimediano la seconda sconfitta dopo 6 mesi esatti. Oltre ad essere dolorosa, la debacle di ieri, per come è maturata, risulta particolarmente preoccupante perché la squadra, in particolare nel secondo tempo, ha fornito una prestazione imbarazzante sotto tutti i punti di vista. Eppure la Lazio si presentava al Maradona dopo due sconfitte consecutive rimediate, tra l’altro, contro squadre di bassa classifica mentre gli azzurri erano a punteggio pieno. Sussistevano, pertanto, almeno alla vigilia, tutti i presupposti affinché il Napoli giocasse con la tranquillità mentre gli uomini di Sarri avrebbero, almeno teoricamente, dovuto giocare con la pressione di chi non ha più margini di errore. Eppure, paradossalmente, i bianco celesti sono riuscito a mantenere una certa calma e concentrazione mentre gli uomini di Garcia sono apparsi spesso frenetici e confusionari, mostrando delle carenze tattiche e caratteriali a cui si era poco avvezzi a queste latitudini. Eppure nel primo tempo, il Napoli ha suscitato un’ottima impressione, recuperando palloni e creando occasioni gol con discreta continuità ma, ancora una volta, così come già intravisto nel match di domenica scorsa, si dimostra poco preciso, poco cinico e cattivo sotto porta; mentre in partite contro squadre come il Sassuolo appunto, questo atteggiamento può non comportare conseguenze significative, contro squadre di qualità, con giocatori di un certo spessore tecnico, il prezzo da pagare risulta particolarmente salato così come il Napoli lo ha pagato ieri. Dopo aver sprecato infatti un numero considerevole di favorevoli occasioni, Luis Alberto su assist di Felipe Anderson, con un maestoso colpo di tacco, fredda Meret, Con la difesa azzurra parsa nella circostanza, particolarmente impreparata. Il Napoli del primo tempo però è una squadra presente e reattiva e, dopo il pareggio di Zielisky dopo appena tre minuti, riesce ancora a sprecare occasioni tanto che, la sensazione di rammarico per il risultato di pareggio alla fine della prima frazione di gioco, appare ampiamente giustificata. Nel secondo tempo, il Napoli conferma le défaillance difensive evidenziate in precedenza tanto che dopo pochi minuti, il giapponese Kamada, dopo un nuovo, grossolano errore in fase difensiva, realizza il 2-1. Il nuovo vantaggio dei capitolini determina il crollo verticale degli azzurri che forniscono, da questo momento in poi, una prestazione sconcertante. Imbarazzante la difesa dove si aprono delle voragini clamorose all’interno delle quali i veloci attaccanti bianco celesti si inseriscono con una facilità disarmante. Per ben due volte infatti la Lazio avrebbe realizzato i gol che avrebbero definitivamente chiuso la partita se gli stessi non fossero stati annullati dal VAR per dei fuorigioco millimetrici. Inconsistente il centrocampo, completamente incapace di fare filtro ed altrettanto incapace di costruire trame offensive degne di questo nome con Zambo Anguissa in evidente imbarazzo fisico e tattico tanto che è parsa inspiegabile la sua permanenza in campo per gli interi novanta minuti. Attacco inconcludente con Osimhen costretto a lottare da solo con l’intera retroguardia laziale. Non hanno giovato , a tal proposito, gli ingressi di Raspadori, Lindstrom e Simeone mai messi nelle condizioni di poter essere seriamente pericolosi. Ma a destare maggiori preoccupazioni è la inquietante distanza tra i reparti, problematica già riscontrata negli incontri precedenti, che ha comportato inevitabilmente la creazione di spazi enormi all’interno dei quali si inserivano con estrema facilità i veloci giocatori avversari. La manovra offensiva è parsa inconcludente, resa ancora più confusionaria dall’ingresso di tutti gli attaccanti disponibili. Si è passati in pochi mesi, da un calcio moderno, evoluto, ammirato ed invidiato in Europa e nel mondo, a lanci lunghi e centrali per la torre in perfetto stile anni 70 degne del miglior Fascetti (con tutto il rispetto ovviamente per il simpatico allenatore viareggino). Ora il campionato osserverà una settimana di sosta per lasciare spazio agli impegni delle varie nazionali tra cui l’Italia del neo CT (ironia della sorte) Luciano Spalletti. Garcia avrà molto da lavorare per rimediare alle sgradevoli storture riscontrate ieri perché alla ripresa ci sarà un vero e proprio tour de force che vedrà il Napoli impegnato ogni tre giorni tra campionato e Champions. Proprio a proposito di Champions, giovedì scorso si è tenuto, a Montecarlo, il sorteggio dei gironi; i partenopei, appartenenti alla prima fascia, saranno impegnati nel girone C con Real Madrid, Sporting Braga e Union Berlino. Un sorteggio di certo non agevole ma neanche proibitivo ma occorrerà ovviamente un Napoli completamente diverso.


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