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Cultura. I promessi sposi di Testori, l’oscura vanita’ di Niobe e il Lido per mari unici lunedi’ al Campania Teatro Festival

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È “I Promessi sposi alla prova”, caposaldo della letteratura italiana di Giovanni Testori, l’evento più atteso del 26 giugno al Campania Teatro Festival. Uno spettacolo, con l’adattamento e la regia di Andrée Ruth Shammah, che si potrà vedere al teatro Mercadante di Napoli alle ore 21, con replica il giorno successivo alle 19. In scena Giovanni CrippaFederica FracassiTobia Dal Corso PolzotRita PelusioAurora Spreafico, Vito Vicino e la partecipazione di Carlina Torta.  

Andrée Ruth Shammah fa rivivere il suo lavoro originario del 1984: “Per quanto lontano dai noi e dallo spirito del nostro tempo, un classico è tale perché capace di risvegliare dubbi ed emozioni proprie a tutti gli esseri umani. Ci sono momenti storici in cui alcuni testi ci sembrano necessari; la prima volta che ho messo in scena “I Promessi sposi alla prova” con Franco Parenti ne sentivo la necessità e la sento oggi, come e forse più di allora. Testori ha accolto, tradito o tradotto le parole di Manzoni in una nuova forma che rende contemporanee e facilmente comunicabili verità antiche di cui abbiamo nuovamente bisogno. Con questo spettacolo, non solo si vuole restituire al pubblico uno dei capisaldi della letteratura italiana e far conoscere e amare la riscrittura di Testori, ma si intende esortare a camminare con una nuova consapevolezza nel nostro tempo e a riscoprire i fondamenti del Teatro, come lo intendo io ancora e sempre di più.”. Lo spettacolo è coprodotto dal Franco Parenti e dalla Fondazione Campania dei Festival. 

Per la sezione Danza, invece, al Palco Grande della Villa Floridiana di Napoli alle ore 21.30, con replica il giorno dopo alla stessa ora, va in scena “Vanity Dark Queen – Niobe regina di Tebe” di Stefano Napoli, che ne cura anche la regia. Interpreti gli attori Paolo Bielli, Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Paolo Di Caprio, Simona Palmiero e Luigi Paolo Patano. 

Sei una strana lady, Niobe. Ecco i corpi dei tuoi figli. Causa della morte: sconosciuta. Un’antica colpa forse o il capriccio degli dei, o la terribile necessità. Nelle remote regioni del mito tutto è possibile. La morte ha fatto il suo lavoro, immagino che il tempo farà il suo. Ma questo è Lord Byron. Sei stata troppo sciocca, Niobe, dice qualcuno. Un altro che sei stata troppo vanitosa ma più di tutto superba. Cose umane agli umani. I mortali non possono essere felici o comunque mai per sempre. Solo gli dei sono beati. Passi risuonano nel palazzo vuoto. Echi di vita lontana. Fragile carne, fragili corpi. Più madre che donna ormai, tuo malgrado. Tuo malgrado emblema di dolore. Farai del tuo dolore un capolavoro. Via da te il gelido soffio dell’oblio: sarai una pietra, una pietra che piange. Sulla nostra fragile carne, sulla nostra fragile vita. “Benvenuti nel mio gelido inverno. Sono una regina. Guardatemi pure. Vengo da una favola nera: tutti i miei figli sono stati uccisi da Apollo e da Artemide. Ero felice e questo dava ombra agli dei. Dovevo essere un esempio: attenti non varcate il limite. Poi sono diventata una star: da ammirare, da compiangere “.  “Visito per caso la Galleria degli Uffizi a Firenze e vedo la stanza dei Niobidi. Sono i figli di Niobe colti nell’ attimo dello strazio della morte- si legge nelle note di regia -. Le frecce di Apollo e Artemide sono mortifere, non lasciano scampo. Mi scopro a pensare che la bellezza per i Greci era un argine al dolore e alla morte. Questi inevitabili sì, ma qualcosa poteva durare più dell’effimera vita: la bellezza appunto e il ricordo. Qualcuno scatta foto e poco più in là un ragazzo sta facendo uno schizzo. Niobe è la madre. Punita dagli dei per aver osato gridare la sua felicità di madre sazia di figli, quando solo gli dei, e non i mortali, possono dirsi felici. Mi coinvolge di Niobe il suo essere una ribelle, una creatura di frontiera, al limite tra due mondi, quello divino e quello umano. Nell’antichità il mito di Niobe doveva essere un monito, ma io non sono alla ricerca di cause, colpe, delitti. Voglio solo guardarla. La sua è una storia d’amore, vanità, invidia, perdita, resistenza. Così ho spiato Niobe sull’orlo dell’abisso e nel suo dolore. Spero che non me ne voglia. Mi sono fatto influenzare dalle trasformazioni dell’immagine di Niobe da ribelle a mater dolorosa e regina del lutto e poi, con i suoi figli, a elemento decorativo di fontane e giardini. Ho ammirato la sua leggerezza e la sua durezza, la sua voglia di vivere nonostante tutto. E naturalmente ho letto anche Ovidio e Igino”. 

Al teatro Trianon Viviani, infine, alle ore 20, nell’ambito della sezione Osservatorio, debutta in prima assoluta “Lido per mari unici” di e con  Morgante Francesca , che è anche regista dello spettacolo.

È estate. Lei, così si chiama la protagonista, ha avuto una giornata difficile. Una volta tornata a casa, si addormenta, e in sogno prende vita lo stabilimento balneare della sua mente. Un lido, una spiaggia, bagnata da più mari: incontri, sapori, ricordi, esperienze, passato e presente le si ripropongono in sogno da una diversa prospettiva mentre Lei, tra un tuffo e l’altro, sembra non respirare più per il dolore. Nel momento stesso in cui sta per mollare, circondata dalla gabbia d’oro che le hanno costruito intorno, il sogno interviene a salvarle la vita. “Lido per mari unici” è un coro tragicomico messo in battuta da un solo corpo. “L’uomo è natura onirica (…) Per questo la strada per eccellenza che porta l’uomo a ritrovare la sua essenza è quella del sogno” (S. Resnik). “Il sogno – scrive la Morgante-mi suscita molta fascinazione, soprattutto per quella che io spesso vivo sognando, ovvero per la sovrapposizione di eventi, suoni e parole stratificate tra inconscio e quotidianità. Secondo questa modalità di sovrapposizione, ho creduto di strutturare il lavoro, facendo parlare i personaggi (una decina fra coprotagonisti e comparse), che si avvicendano dall’inizio alla fine del racconto”. Le scene sono di Vincenzo Fiorillo e Paolo Iammarrone, le musiche di Ivo Parlati 

Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni ed è possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli.   

Il Campania Teatro Festival, parte rilevante della rete Italia Festival e dell’EFA (European Festival Association), è finanziato dalla Regione Campania e si avvale anche di un contributo annuo del Ministero della Cultura per il suo schema multidisciplinare.

 


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