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Cyrano, la magia dell’eroe romantico riempie il Teatro Augusteo

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Napoli, 7 dic – È l’eroe romantico per eccellenza che ha ispirato tanti innamorati, fino a veder più volte citate le sue battute in svariate occasioni. Cyrano con la sua carica espressiva torna in scena dopo 40 anni, in commedia musicale.

L’anteprima nazionale a Napoli, al Teatro Augusteo riscuote il suo degno successo, grazie all’impegno di una compagnia di grandi professionisti, abili nel ridare vita alla scrittura di Riccardo Pazzaglia e alle musiche di Domenico Modugno, allestite nel 1979.

In scena fino al 15 dicembre l’importanza del parlar d’amore trasposta in libretto da Edmond Rostand, viene rielaborata questa volta dalla regia di Bruno Garofalo.

La magia del musical vivifica una storia di per sé intensa, traboccante di poesia in ogni dove.

Lo spettacolo pieno, genera un crescendo di emozioni, un’armonia assoluta data dalla regia inconfondibile ed esperta di Garofalo. Il suo occhio attento si manifesta nella dovizia dei particolari della scenografia e dei movimenti teatrali con i suoi effetti luce e i movimenti delle macchine sceniche.

Un nome, una garanzia è il caso di dire, anche per la scelta del protagonista: Gennaro Cannavacciuolo.

L’artista è il Cyrano perfetto che esalta il pubblico: dolce, appassionato, pungente, ardito. È sua la degna interpretazione che fu di Domenico Modugno, personaggio che appare a tratti in Cannavacciuolo, nei suoi toni canori, quasi a sancire un passaggio di testimone benedetto dall’alto a voce chiara e forte: quella del volto di ‘Volare’ che ha trovato accoglienza nell’anima di un moderno Cyrano, eterno personaggio di Rostand riproposto 40 anni dopo con grande impatto.

La sua penna bianca, simbolo di integrità, dona ancor più valore alle parole “ un bacio è un apostrofo rosa tra le parole t’amo”, che Cyrano fa proferire al giovane Cristiano per catturare l’amore di Rossana, di cui lui stesso è invaghito.

Con la malinconica espressione dell’eroe non eroe, Cyrano è l’uomo del  doppleganger.

Impavido in battaglia, ma timido nella vita privata, il poeta spadaccino arriva in teatro con il suo gioco di specchi: riflette i due volti dell’uomo moderno, pronto a fingere e dissimulare il suo vero io.

La bellezza dello spettacolo è data dalle tante scelte sceniche, come quella di adottare i costumi che nel ‘79 furono indossati proprio da Catherine Spack e Domenico Modugno, nel cui abito è stato ritrovato un fazzoletto ancora macchiato del cerone dell’epoca.

L’opera immortale testimonia la sua grandezza nel rispetto che le portano gli attori del cast: da Gennaro Cannavacciuolo alla candida Cosima Coppola, fino al resto della compagnia, tutti fanno del proprio meglio per rendere eterna la storia dell’eroe senza tempo.

Il vero protagonista resta però il teatro che ricama grazia e tenerezza, oltre che pathos, intorno al personaggio sfortunato di Cyrano, bollato per il suo nasone, ma ammirato per il suo gran cuore.

Cannavacciuolo dipinge con la sua recitazione, pennellate di eccezionale vis artistica e rende magniloquente il suo Cyrano, ribelle ed abile così con la spada, come con la parola, entrambe usate per colpire chi gli sta di fronte, ma anche lo spettatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.