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Dal 28 dicembre torna al Teatro Tin di Napoli ‘Mater Camorra’, lo spettacolo da non perdere

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Al TIN Teatro Instabile Napoli la Talentum Production presenta  “Mater Camorra e i suoi figli”, adattamento da Brecht di Gianni Sallustro
Lo spettacolo è dedicato a Gaetano Montanino vittima innocente di camorra
Sabato 28 e domenica 29 dicembre ore 20.30 e giovedì 9 gennaio 2020 ore 20.30 al TIN Teatro Instabile Napoli la Talentum Production, in collaborazione con l’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema, propone “Mater camorra e i suoi figli” adattamento da Brecht di Gianni Sallustro e Nicla Tirozzi anche protagonisti dello spettacolo. La regia è di Gianni Sallustro. Lo spettacolo è dedicato a Gaetano Montanino, a dieci anni dalla sua morte, riconosciuto “vittima del dovere” con decreto del capo della polizia n. 599/C/3/GG/34 del 13 marzo 2013.
Lo spettacolo ha il patrocinio morale del Comune di Napoli, (assessorato alla Cultura), di Libera Campania, di Articolo 21, di A.R. Agende Rosse Campania.
“Questo lavoro, nato da un’idea di Michele Del Grosso – dice il regista Gianni Sallustro –   è stato allestito da me in diverse occasioni; lo metto in scena dopo avere preparato gli attori attraverso il workshop “Il teatro epico di Brecht”, finalizzato a raggiungere un’ottima conoscenza di Brecht ed in particolare di una tra le sue opere più significative che è “Madre Courage”. Di questo capolavoro abbiamo fatto la decodifica del testo, dei suoi personaggi per poi passare alla messinscena del testo, rielaborato in dialetto napoletano”.
L’idea è nata dopo che l’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema ha ricevuto  nel maggio del 2012 dalla Polizia di Stato un attestato di benemerenza così motivato :“Per l’alto valore sociale e per l’impegno profuso  nel diffondere la cultura della legalità attraverso progetti di teatro, musica e danza ;centro di aggregazione per i giovani che attraverso l’arte e con la realizzazione di spettacoli, diventano testimoni di una società più giusta e libera dalla violenza, diffondendo i valori di giustizia e coraggio sia nella loro terra, che nei centri di giustizia minorile” .
Note di regia: “Si può pensare che le donne siano in quanto tali contro le guerre solo se si vede la guerra come fenomeno che appartiene alla vita pubblica e che perciò ha avuto storicamente come protagonista esclusivo il sesso maschile. Se invece consideriamo come profondamente intrecciati privato e pubblico, individuo e collettivo, femminile e maschile, è chiaro che in guerra la parte sostenuta più o meno consapevolmente dalle donne è sempre stata grande. Sono le donne a garantire solidarietà ed affetti a chi agisce in un teatro di odio e di distruzione. E ancora, in tempo di guerra, sono le donne, oltre a decidere di poter combattere in prima linea, a sopportare un sovrappiù di violenza: gli stupri, la prostituzione coatta oppure la riduzione alla funzione di cura ed assistenza. Anna Fierling, la celebre vivandiera di Brecht, diventa in “Mater Camorra e i suoi figli  ”Anna ‘a squarciona”, mentre  i suoi tre figli, Eilif, Schweizerkas e Kattrin la muta, vengono ribattezzati  Rafele, Tonino e Catarina. Tra gli altri personaggi c’è il Cappellano, personaggio che rappresenta una casta di persone paurose e false, interessato come tutti gli uomini alla propria sopravvivenza ed interessi. Lui non si fa problemi a rinunciare all’onore per sopravvivere e rinunciare pure ai voti proponendo un matrimonio a Madre Coraggio. Il cappellano è inquietante e con connotati zoomorfi, come del resto ogni altro personaggio del testo rivisitato. In questa rilettura del drammaturgo di Augusta la vicenda di “Madre Courage” è ambientata nei vicoli di Napoli e nella provincia napoletana e la guerra dei trent’anni si trasforma nello scontro perenne fra i clan, con il surplus  di degrado e  animalità che questo comporta”.
Caratteristiche del lavoro: Il linguaggio con cui si esprimono gli attori è un insieme dei vari dialetti campani. Lo zoomorfismo è una caratteristica fondamentale dei personaggi dello spettacolo per sottolineare la loro bestialità. La “Guerra dei Trent’anni” viene attualizzata nello scontro perenne fra i clan. La presenza nello spettacolo di un coro greco di animali che sottolinea le parti salienti del testo. É come se ci si immergesse in una giungla. I costumi ricoperti di soldi macchiati di sangue: il denaro, unico interesse dei camorristi. L’unico elemento scenografico è un carro che, sui quattro lati, è composto da quattro sculture che riproducono le capuane Matres Matutae che, come sfingi, custodiscono l’enigma della vita.
Lo spettacolo è inserito nel programma del Natale a Napoli.


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