Ddl Zan. Un disastro politico
Si parla ancora dell’affossamento del ddl Zan. Molte cose dette male e scritte malissimo che sono state recepite in maniera confusa da chi non siede nelle aule parlamentari.
Una legge che poteva essere approvata se la solita sinistra non avesse peccato di superbia. Quella superbia che, si sa, non vuole confrontarsi con gli altri.
“Sul DDL Zan si è consumato un disastro politico, gestito con totale incapacità dal PD di Enrico Letta, che prima ha fatto un’apertura in TV e poi ha deciso di andare al muro contro muro, giocando una partita ideologica sulla pelle delle persone. E naturalmente perdendola, come era chiaro per tutti quelli che conoscono il Senato, la politica e, soprattutto, la matematica. Si è consumata una figuraccia della classe politica, incapace di dire parole chiare sui diritti civili, tornando indietro di vent’anni: noi siamo quelli che hanno messo la fiducia sulle unioni civili, loro quelli che hanno affossato il DDL Zan. E si è consumata la consueta aggressione verbale contro Italia Viva, portata avanti da PD e Cinque Stelle che – incapaci di portare a casa il risultato – cercano alibi e colpevoli, dando la colpa a noi. Pensate che vengono rilanciate sui social le richieste di andare sotto le sedi di Italia Viva: questa è la lezione democratica di chi voleva una legge contro l’odio. Più ci penso, più mi domando come sia stato possibile per PD e Cinque Stelle un suicidio politico di questo genere. Tutti sapevano che il provvedimento non sarebbe mai passato a scrutinio segreto. E i numeri dimostrano che tutti i gruppi hanno avuto DIVERSI franchi tiratori.”
Matteo Renzi
I fatti sono questi…
“Ho firmato e votato la Legge Zan. Ho messo la fiducia sulle Unioni Civili. Ho difeso la candidatura di Zan nel 2018. Proprio per questo dico: basta bugie. La legge è fallita per l’arroganza di chi come Zan ha respinto l’accordo. Non è un problema di Ungheria ma di matematica.”
Maria Elena Boschi, Italia Viva
E ancora chiarezza, quella che la Sinistra non ha avuto.
“Qual è il fondamento di una buona legge? La ‘concordia discors’, l’armonia che nasce da una discordanza di pareri. In questi mesi ho fatto di tutto per trovare una mediazione di buonsenso in Senato e portare a casa una buona legge lavorando su punti giuridicamente insidiosi con 2 emendamenti chiari e che sono il mio manifesto contro l’omofobia, la violenza e per l’inclusività.
Le aperture a sinistra sono state di facciata. Nessun suggerimento da me proposto è stato accolto. E ho avuto conferma che a una parte politica interessasse solo coltivare il mostro omofobico, trovare un colpevole.
E questo perché i numeri per approvare la legge senza modifiche qui non ci sono mai stati. A questo serviva la mediazione su cui ho cercato di portare anche il mio gruppo parlamentare. Ma per una certa sinistra è più facile puntare il dito che assumersi le proprie responsabilità.
I numeri impietosi della seduta del Senato certificano che i voti sono mancati dagli scranni di chi ora punta il dito contro la sottoscritta e altri colleghi pronti a dialogare. Sia chiaro che nella mia vita (non negli ultimi 6 mesi) a livello personale, professionale e politico mi sono sempre schierata dalla parte dei diritti di libertà. Continuerò a farlo con coerenza. Così come continuerò a promuovere i principi dell’inclusività che ritengo sia importante presidiare nella mia area politica. È la strada più facile o elettoralmente più vantaggiosa? Certo che no, lo so benissimo, ma è la strada giusta.
Ho l’impressione che alcuni non siano interessati a portare avanti con successo battaglie giuste, ma solo ad avere il monopolio della rappresentanza delle stesse.
Non accetterò mai che questioni così importanti appartengano ad una sola parte. Se questo a qualcuno disturba, consiglio di guardarsi dentro e capire cosa sia più importante: la fiera della vanità e dell’autopromozione o fare buone leggi? Per la sottoscritta, la seconda.
Questa battuta d’arresto, di cui certo non gioisco, non ridurrà il mio impegno: la mia proposta di legge è pronta e non arretrerò di un millimetro, come non ho mai fatto nella mia vita per le cose in cui credo.”
Anna Maria Bernini, Forza Italia
Ancora…
“La legge Zan è stata bloccata, almeno temporaneamente. E dal punto di vista politico quello che è accaduto ha il senso di una bocciatura definitiva.
Mi ero battuto in ogni modo alla Camera contro una legge che non allarga i diritti ma che limita le libertà. Una legge basata su un presupposto falso, quello che la violenza e la discriminazione omofoba siano attualmente consentite o tollerate, e su un grave errore concettuale, quello secondo il quale le tutele dovrebbero valere con particolare forza verso determinate categorie: le leggi in uno stato di diritto invece devono avere carattere generale e universale.
Poichè a nessuno in Italia è consentito – fortunatamente – di aggredire o discriminare qualcuno in ragione del suo stile di vita o delle inclinazioni sessuali, allora questa legge sarebbe stata senza senso se non fosse stata liberticida.
Liberticida perchè avrebbe creato un margine di ambiguità giuridica (ed anche un clima culturale) nel quale idee come la tutela della famiglia naturale, l’opposizione al matrimonio omosessuale, all’omogenitorialità, alla maternità surrogata, sarebbero state perseguibili come discriminatorie.
I colleghi del Senato di Forza Italia e degli altri partiti del centro-destra si erano detto disponibili ad una mediazione, elaborando un testo, a prima firma della sen. Ronzulli, che rafforzava la tutela contro le discriminazioni – tutte le discriminazioni – senza comprimere la libertà. Un testo non scritto sotto la dettatura dell’ideologia Gender, ma basato su principi liberali.
Il PD e in particolare il suo Segretario Enrico Letta, più interessati ad affermare una posizione ideologica e identitaria che a trovare una soluzione, hanno rifiutato ogni compromesso e non hanno esitato a spaccare la maggioranza, in un momento nel quale il Paese dovrebbe realizzare il massimo dell’unità possibile intorno al Governo Draghi.
Meglio così: ne sono usciti sconfitti. Il voto segreto ha consentito ai senatori di esprimersi liberamente (chissà perchè non lo volevano, dopo tanti discorsi sulla libertà di voto dei parlamentari sui temi di coscienza).
Il segretario del PD, si consola dicendo che ‘il Paese è da un’altra parte’: auguri. Intanto che va a cercarlo in qualche terrazza romana o delle aule di Sciences-Po magari altri lavoreranno per una buona legge, se davvero una legge è necessaria.
E soprattutto lavoreranno (lavoreremo) a sostegno di Draghi sulle vere emergenze del nostro paese.”
Andrea Orsini, Forza Italia
La chiarezza va fatta. I cittadini devono ben capire cosa è accaduto e cosa volevano spadellare con il ddl Zan. Nessuna discriminazione da parte di chi non è a favore, solo verità.
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