22 Dicembre 2024
PoliticaPolitica Interna

Decreto liquidità, Casciello (FI): “Un grande bluff, ecco perché”

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«Spunta il trucco normativo ed ecco che il bluff del Governo è scoperto. Avevano fatto credere a tutti che almeno il prestito per 25mila euro, garantito dallo Stato e da restituire in sei anni, avrebbe avuto una procedura estremamente semplificata di accesso al credito. Così non è, e lo si deduce da una circolare dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, che chiarisce come imprese e professionisti titolari di Partita Iva devono avere, per essere ammessi, un fatturato minimo di 100mila euro». Lo ha affermato l’onorevole Gigi Casciello, deputato di Forza Italia e tra i fondatori dell’Associazione Voce Libera.

«Le categorie professionali più colpite dalla tremenda crisi che l’emergenza sanitaria porta con sé sono quelle del regime agevolato, con un tetto ben inferiore ai 100mila euro annui – ha proseguito il deputato -. Vuol dire che restano tagliati fuori migliaia di professionisti in Italia e migliaia di microimprese artigianali e familiari. Non solo questo Governo invita i cittadini a indebitarsi per affrontare le difficoltà, con l’ipotesi d’avere poi problemi a restituire i soldi, perché i debiti si sanano con le entrate e se le attività non riprendono sarà complicato riuscirci, ma addirittura esclude la maggioranza di piccole imprese, professionisti e Partita Iva che certo non riescono a fatturare 100mila euro in un anno. Dunque questo accesso al credito, millantato come semplice e per tutti, non lo otterranno mai».

Da ricordare, poi, quanto stabilito dall’articolo 13 del Decreto Liquidità, a proposito della Garanzia dello Stato, «concessa anche in favore di beneficiari finali che presentano, alla data della richiesta di garanzia, esposizioni nei confronti del soggetto finanziatore classificate come ‘inadempienze probabili’ o ‘scadute o sconfinanti deteriorate’ ai sensi del paragrafo 2, parte B della circolare n. 272 del 30 luglio 2008 della Banca d’Italia e successive modificazioni, purché la predetta classificazione non sia precedente alla data del 31 gennaio 2020».


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