Delitto Garlasco, l’ex pm Venditti: “Su Sempio nulla di nuovo, va archiviato”
(Adnkronos) – Su Andrea Sempio, di nuovo coinvolto nel caso delitto di Garlasco, non c'è nulla di nuovo e oggi, come otto anni fa, non ci sono elementi contro l'amico del fratello di Chiara Poggi. Questo il pensiero di Mario Venditti, l'allora procuratore aggiunto di Pavia che firmò, nel marzo 2017, la richiesta di archiviazione nei confronti del trentasettenne, ora nuovamente indagato per l'omicidio di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Un delitto per cui, nel 2015, al termine di un lungo iter processuale è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi. "Resto convinto della mia tesi: non ci sono elementi contro
Andrea Sempio e ora non c'è nulla di nuovo contro di lui. Tutto quello di cui si discute è già stato analizzato", ha detto Mario Venditti all'Adnkronos. Oggi, come otto anni fa, contro Sempio, amico del fratello della vittima, ci sarebbero tracce di Dna trovate sulle unghie della vittima. Un elemento che anche se confermato lo ha già scagionato. Sempio frequentava casa Poggi, giocava al computer di Chiara, e quasi nessuno ricorda che il Dna non è stato estratto ma è stato acquisito tramite lavaggio della mano. E' una traccia labile, non utilizzabile e che non dimostra l'eventuale responsabilità dell'indagato.
Il provvedimento di archiviazione firmato da Venditti è lungo 21 pagine e snocciola ogni punto: movente, alibi, indizi. Sempio indossa un paio di scarpe numero 44, mentre l'assassino – stabilisce la Cassazione – indossa il 42; ha una bici rossa e non una bici nera da donna come quella di cui parla la testimone; quando Chiara Poggi veniva uccisa Sempio era a Vigevano come dimostra lo scontrino di un parcheggio trovato dal padre in auto e conservato dalla madre. Sempio è stato sentito dai pubblici ministeri, ha fornito lo scontrino e come elemento ha convinto la Procura di Pavia. Sono state rivalutate le tracce trovate sul dispenser portasapone del bagno dove si lava l'assassino, l'indagato è stato intercettato e non si è mai tradito, non è emerso nulla sul fronte investigativo. "Sono tutti argomenti affrontati e sviscerati nella nostra corpora richiesta di archiviazione, poi accolta dal giudice per le indagini preliminari, e davvero non so perché ora se ne riparli", ha detto Venditti. Garlasco è solo l'ultimo caso di cronaca che sembra non aver fine. "Da studente pensavo che una sentenza passata in giudicato fosse una fortezza invalicabile, ora il ricorso straordinario in Cassazione o la richiesta di revisione sono all’ordine del giorno. Esiste l’obbligatorietà dell’azione penale e se una difesa presenta una denuncia, allega consulenze sul Dna o sulle impronte delle scarpe, indica su chi indagare allora agire diventa un atto dovuto" con buona pace di chi finisce nel tritacarne. "Come l'avvocato Gian Luigi Tizzoni che assiste la famiglia Poggi, credo che non sarà l'ultimo tentativo della difesa Stasi di riaprire il caso", ha concluso Mario Venditti. —[email protected] (Web Info)
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