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Destinazione vita, Alberto Pellai e Barbara Tamburini in supporto alla genitorialità consapevole con l’Age di Acerra

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Educare i figli alla vita guidandoli verso l’orizzonte della consapevolezza. Questo il tema del convegno promosso dall’Associazione Genitori Age di Acerra con due relatori di eccezione: il prof. Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, ricercatore e scrittore, e la dottoressa Barbara Tamborini, pedagogista e scrittrice. In occasione della Giornata della Memoria dello scorso 27 gennaio, i ragazzi del Centro diurno della diocesi di Acerra, nella biblioteca diocesana, hanno introdotto i lavori con un canto in ricordo delle vittime della Shoah, sottolineando l’importanza di credere negli esseri umani e di conseguenza, nel valore del rispetto della vita.

Considerando che quest’ultima accade ed inevitabilmente ci sottopone a stimoli sia positivi che negativi, l’adulto è chiamato ad essere testimone credibile dell’importanza del valore della vita, costruendo tra idealità e praticità, un sistema valoriale e comportamentale di riferimento, per bambini e ragazzi.

Il prof. Pellai, insieme alla consorte, ha così tratto esempi dalla propria esperienza genitoriale, per dimostrare quanto sia fondamentale allenare i figli alla vita, attraverso la pratica dell’empatia. Così il concetto di cura dell’altro (in questo caso della prole), diventa medicina che dà salute alla famiglia e al conseguente benessere dei figli.

Alla presenza della presidente nazionale Age, Rosaria D’Anna e della vicepresidente Annamaria Bertoli, Gioacchino Di Capua, alla guida dell’ Age di Acerra, ha sottolineato l’importanza dell’interazione tra gruppi di genitori, al fine di garantire un’educazione sana e in evoluzione nella famiglia di appartenenza.

Ricollegandosi a questo concetto, in qualità di psicoterapeuta il Prof. Pellai ha posto il suo focus attenzionale sull’obiettivo di coltivare il senso di fiducia dei genitori rispetto ai propri figli e viceversa, senza la pretesa di rincorrere la perfezione. L’adulto chiamato ad essere presenza, deve infatti essere testimone delle sue azioni e dei suoi valori, anche nella vulnerabilità e nella fatica.

Avvalorando questa tesi la dottoressa Tamborini ha evidenziato quanto l’uso delle tecnologie abbia inciso nella comunicazione tra genitori e figli, compromettendo non solo i rapporti relazionali dei ragazzi, ma anche il loro approccio al mondo scolastico, in particolar modo con le figure di riferimento in esso presenti (gli insegnanti). La conseguente buona pratica da adottare resterebbe sempre quella della collaborazione e del dialogo da instaurare tra genitori e figli, insegnanti e ragazzi, costruendo così una rete di interazioni significative anche con altri genitori, scevre da un cortocircuito ricettivo.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.