Dominato il derby. Il Napoli chiude l’andata a 50 punti, tanti.
Dopo una discussa settimana per entrambe le squadre e per motivi diversi, questa partita destava non poche preoccupazioni per i tifosi azzurri. La Salernitana, dopo la pesante batosta rimediata a Bergamo contro l’Atalanta, con ben otto gol al passivo, aveva optato per il cambio di allenatore, sollevando il tecnico Nicola dall’incarico, salvo poi richiamarlo convergendo verso un “Nicola bis”. Pertanto i granata si presentavano particolarmente caricati e vogliosi di riscattare i recenti, pessimi risultati nonché di “proteggere “ la riconferma del proprio allenatore. Tra l’altro a Salerno questo derby è particolarmente sentito e un’ipotetica ed eventuale vittoria, a queste latitudini, potrebbe addirittura valere una stagione, In città si parla di questa partita durante l’intera settimana con dei significati che vanno molto oltre la semplice sfida di campionato.
Il Napoli dal canto suo, dopo l’abbuffata di venerdì scorso contro la Juventus, aveva conosciuto il sapore amaro della delusione a seguito dell’eliminazione subita in settimana al Maradona contro la Cremonese ai rigori. Proprio questa sconfitta aveva aveva suscitato molteplici perplessità sulla tenuta mentale della squadra e sulla capacità di affrontare con la dovuta ferocia agonistica tutte le partite, anche quelle contro avversari meno competitive, almeno sulla carta.
Gli uomini di Spalletti, infine, scendevano in campo all’Arechi con il preventivato forfait di Kvaratskhelia, ancora convalescente per gli strascichi di un noioso virus influenzale patito in settimana proprio quando la partita contro la Juventus di venerdì scorso ci aveva offerto un calciatore pienamente recuperato sotto tutti i punti di vista.
La partita è stata particolarmente tirata inizialmente con la Salernitana, capace di giocare negli ultimi 30 metri, dietro la linea della palla e offrendo pochissimi spazi agli azzurri, salvo poi tentare di ripartire cosa che, a dire il vero, le riesce assai raramente. Il Napoli inoltre non trova la sufficiente velocità per verticalizzare e liberare uomini al tiro, limitandosi a galleggiare orizzontalmente sulla trequarti. Proprio quando l’inerzia della gara, plasmata in questo modo, appare inevitabilmente canalizzata nel condurre in parità l’incontro alla fine della prima frazione di gioco, arriva l’accelerazione improvvisa che non ti aspetti proprio sul finire dei due minuti di recupero con un’invenzione di Anguissa che si libera al cross e serve dalla parte opposta Di Lorenzo che piazza il pallone all’incrocio dei pali con la palla che, prima di entrare, sbatte sulla faccia interna della traversa. Il secondo tempo si apre con il gol che, a conti fatti, archivia la pratica, tiro a giro di Elmas con la palla che finisce sul palo e sulla ribattuta, inutile dirlo, si avventa come un falco Osimhen che realizza lo 0-2. Un uno – due che tramortisce la Salernitana con il Napoli che mantiene senza alcuna fatica il controllo totale delle operazioni senza neanche cercare più di affondare il colpo. Nell’andamento piatto del secondo tempo si inserisce l’unico spunto granata su uno sciagurato disimpegno difensivo dei partenopei che liberano Pijotek al tiro e con Meret, ancora una volta miracoloso, a deviare il tiro sul palo interno con il pallone che attraversa l’intera lunghezza della porta prima di spegnersi a lato. Non succede praticamente più nulla con condizioni meteo al limite della praticabilità. Il Napoli, con questa partita, chiude il girone d’andata con 50 punti, superando il precedente record targato Sarri che lo aveva chiuso con 47; oggi, a seguito delle partite disputate dalle dirette inseguitrici, sarà altresì noto il margine di vantaggio sulle dirette inseguitrici che, nella peggiore delle ipotesi, sarà di almeno nove punti. Sarebbe fin troppo facile, a seguito dei numeri sopra evidenziati, iniziare a creare aspettative e lasciarsi andare a facili entusiasmi. Eppure questo tipo di atteggiamento rappresenta l’unico fattore che potrebbe impedire al Napoli di scrivere l’appuntamento con la storia. Domenica al Maradona si presenta la Roma, e occorre tutto l’impegno con il cuore con la testa e con le gambe perché l’equilibrio attuale sembra comodo e rilassante ma in realtà è molto più sottile di quanto non si riesca ad intravedere.
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