Draghi al Quirinale dopo il voto in Senato su dl Aiuti
Il Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl aiuti. I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. Il M5s non ha partecipato al voto.
“Dopo Boris Johnson, Putin potrebbe festeggiare la caduta del secondo governo europeo per le conseguenze economiche della sua guerra.”
Antonio Polito, editorialista del Corriere della sera
“MoVimento 5 Stelle coerente. Non drammatizzare.
Non va drammatizzata la non partecipazione al voto del M5S al Senato per la conversione del DL Aiuti. Settimana scorsa, alla Camera dei deputati il M5S ha dato la fiducia al governo e non ha partecipato al voto sulla conversione del Decreto perché non ha avuto risposte su temi decisivi per lavoratori, famiglie e imprese, dal termovalorizzatore al bonus 110%, sui quali non aveva votato il Decreto già in Consiglio dei Ministri. Al Senato, purtroppo, il voto e’ unico e coerentemente il M5S non sostiene il provvedimento.
Si sarebbe potuto evitare un passaggio così difficile se quanti oggi danno lezioni di senso di responsabilità verso la nazione si fossero ricordati di praticarlo in Consiglio dei Ministri due mesi fa, quando i ministri dell’allora gruppo parlamentare di maggioranza relativa chiesero di non inserire norme in radicale contraddizione con i principi fondativi del loro movimento e totalmente estranee ad un decreto di soccorso all’economia. O dal governo, il senso di responsabilità si fosse messo in atto di fronte alla richiesta di intervenire sul bonus del 110% per evitare il soffocamento di decine di migliaia di imprese.
L’isolamento del M5S e del Presidente Giuseppe Conte nel Palazzo non corrisponde alla realtà fuori. Chi oggi drammatizza punta a finire il M5S sulla strada dell’omologazione o sulla strada dell irresponsabilità e rafforzare la prospettiva di una larga maggioranza centrista. Sarebbe un’aggravamento della drammatica sfiducia nella nostra democrazia.
Infine, ricordo alla mia meta’ del campo che, nonostante il ridimensionamento ed i problemi, il M5S porta nell’alleanza progressista la rappresentanza delle periferie sociali.”
Stefano Fassina, Leu, Patria e Costituzione
“Responsabilità, stabilità, dignità. Sono le parole che guidano le nostre scelte, ribadire in aula dalla nostra capogruppo Mariolina Castellone!
Non votare la fiducia al DL aiuti vuol dire essere coerenti con i nostri obiettivi, con la nostra storia e con il nostro elettorato.
Il DL Aiuti è un provvedimento insoddisfacente perché tra le trame nasconde l’autorizzazione al sindaco di Roma Gualtieri a prevedere la costruzione di un inceneritore.
Un tema per noi inaccettabile soprattutto in un testo in cui si sarebbe dovuto pensare a cose ben più importanti per sostenere i cittadini in questo periodo di grave crisi.
Penso al salario minimo, penso al cashback ormai cancellato, penso al super bonus e al credito di imposta. Tutte misure che abbiamo costruito per gli italiani e che al momento sono state depotenziate o smantellate.
La scelta di oggi è una scelta di merito, ponderata e motivata.
Chi vuole strumentalizzare questa decisione politica e legarla alla vita del governo fa un grave danno non al MoVimento 5 Stelle ma ai cittadini.”
Felicia Gaudiano, Movimento cinque stelle
“Basta liti e giochi di Palazzo sulla pelle dell’Italia e degli italiani: abbiano il coraggio e la dignità di presentarsi al cospetto dei cittadini.”
Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia
Se c’è qualcosa che proprio non manca, oggi, tra i beni scarsi di cui dispone la politica italiana, questo è senza alcun ombra di dubbio l’uso della dietrologia, quel comodo sistema di “analisi” che molti utilizzano atteggiandosi a storici, dopo aver chiaramente fallito nella previsione del futuro. Spesso tale modalità di valutazione critica dei fatti viene utilizzata per addossare responsabilità e colpe a coloro che ormai sono caduti in disgrazia. Specialisti in tale esercizio sono stati, da sempre, i comunisti che hanno puntualmente denunciato, a posteriori, le malefatte dei loro passati dirigenti per esortare il popolo ad aver fiducia nelle loro trasformazioni.
infatti, nelle ultime ore, li vediamo confusi nel meraviglioso campo largo. Affannati tra Draghi, che rappresenta quello che per natura la sinistra dovrebbe vedere come nemico, e Conte, loro alleato…
E poi c’è Matteo Renzi che ha avuto un’incisione certo folgorante ma molto rapida, che ha condotto alla caduta del Conte 2 e alla nascita del Governo Draghi che fa acqua da tutte le parti.
“Renzi, sintesi del suo intervento sulla conversione del DL Aiuti in Senato:
Sono stato il primo a far cadere un Governo in un momento di crisi per il Paese e l’ho fatto per mandare a casa Conte e portare Draghi a Palazzo Chigi, quindi non mi scandalizzo per quello che sta succedendo con al crisi nel Movimento 5 Stelle, la differenza tra noi e loro è che in Italia Viva ci siamo dimessi dal Governo, Ministre e Sottosegretario, mentre il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, on. D’Incà del M5S, ha posto la questione di Fiducia per conto del Governo mentre il Ministro dell’Agricoltura, sen. Patuanelli del M5S, non ha partecipato al voto.”
Matteo Renzi, Italia Viva
Ora si scandalizza, gli italiani, invece, sono scandalizzati dalla mancanza di soldi, dalle tasse e dai traumi che sia Conte che Draghi hanno loro “donato”.
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