‘É arrivato il robottino’, dilagante comicità nel testo messo in scena dalla compagnia NuovaMente
Ridere prefigurando il futuro dell’umanità gestito dalla robotica. Questo il risvolto avveniristico della commedia brillante ‘È arrivato il robottino’, scritta, diretta e interpretata da Maria Micale ed Antonio Germano, guide artistiche della compagnia teatrale ‘NuovaMente’. Al Teatro Il Piccolo di Napoli, in tre serate, dall’11 al 13 novembre, si è riso a crepapelle sulle vicende di una famiglia dilaniata da un lutto, alle prese con la solitudine quotidiana, da attenuare con una compagnia sostitutiva, continua e produttiva. Dove l’uomo non riesce a dare assistenza materiale ed emotiva ad un anziano che ha perso il compagno di vita, ecco che il progresso propone di sostituire le figure di riferimento con un robot intelligente, dalle sembianze di attori famosi, tuttofare, in impegni ripetitivi ed extra ordinari. La piéce moderna analizza dunque, il moltiplicarsi delle nuove tecnologie che pongono inevitabilmente, in modo spontaneo, interrogativi sul futuro. Ci si chiede allora in questa commedia leggera, calzante, ritmata e contemporanea, se la figura dell’uomo cesserà prima o poi di essere indispensabile. Le macchine sostituiranno l’agire umano? A suscitare questo interrogativo scenico è la domestica Lucia (Maria Micale). Dopo la scomparsa del marito della signora Elisabetta (Marinella Maresca), la fedele collaboratrice sceglie di accudire l’anziana signora, giorno e notte. L’elemento di disturbo nel narrato scenico è il marito di Lucia (Antonio Germano), uomo poco autonomo, dipendente dalla consorte. In un brulicare di vicissitudini di condominio, si palesano tutte le difficoltà del menage familiare: figli sposati e “mammoni” (Mario Marino è Albertino), con mogli decisamente “sopra le righe”, (Noemi Coppola è Amanda); amiche curiose (Chiara Sodano è Marina) con mariti gelosi (Gaspare D’Esposito è Alfonso), vicini invadenti (Lydia Scarpellino nel ruolo di portiera e Mario Panelli nel ruolo di Salvatore), contribuiscono alla rassegnazione di Elisabetta, nel comperare un robot sostitutivo per la gestione di tutte le faccende domestiche, oltre che per evitare di restare sola, senza compagnia ed assistenza.
All’interno di una trama che lucida lo spaccato ordinario di una famiglia, il testo ‘E’ arrivato il robottino’, parla dell’importanza dei sentimenti autentici, della paura di perdere un lavoro, della possessività amorosa e soprattutto di scelte, a volte difficili da prendere (secondo volontà e morale), ma spesso indispensabili. L’importanza delle tematiche trattate nella piéce, viene però accompagnata da un’ilarità dilagante, naturale, che ciascun attore della Compagnia NuovaMente, riesce a mettere in scena. Merito anche della complicità del cast, ormai consolidata nel tempo da un gruppo di attori ed amici che mostrano al pubblico tutto il bello del teatro; fatto di verosimile e veridicità.
Ecco che il pubblico dà vita allo spettacolo nello spettacolo, commentando sottovoce tutte le vicende snodate, nude e crude, sul palcoscenico. Si immedesima nel senso di maternità; nell’ardua fatica di barcamenarsi come donne, nel condurre avanti una casa, quando il tempo passa e la giovinezza va via, portando con sè amori e legami che fungono invece da supporto. Empatizza con Lucia, costretta a mentire e sostituire il robottino ordinato dalla signora presso la quale lavora, con il marito, trasformato in umanoide che deve assecondare ogni più piccolo, inaspettato, desiderio di Elisabetta, intenta a ritornare a vivere in ogni senso, dopo il lutto.
Nel paradosso di questo scambio plautino, si verifica l’agnizione pura: l’intelligenza artificiale non potrà mai mettere cuore e dedizione appassionata in ogni piccolo gesto, per il quale l’uomo si rende insostituibile. Così tutti i personaggi, pubblico compreso, apprendono la morale ed applaudono, soddisfatti e gaudenti per quanto il teatro ha loro insegnato un’altra volta.
Foto di Arturo Favella
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