21 Novembre 2024
Attualità

Ennesimo femminicidio. Una società priva di rispetto alla ricerca di un senso

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Anna Tortora

L’ennesimo femminicidio ci porta a fare delle serie considerazioni, le mie sono, ovviamente, lontane da qualsiasi slogan petaloso utile solo a non risolvere il problema.
È evidente a tutti che da diversi anni la civiltà umana ha puntato a raggiungere livelli alti quanto a sviluppo e progresso. In moltissimi casi i traguardi sono stati raggiunti, ma con un alto carico di aspettative.
L’approccio alla vita appare, oggi, non più immediato. Si nutre ogni aspetto con frasi fatte, omologate e prive di qualsiasi forma di senso.
La vita è quella cosa di cui non si ha più rispetto. Non c’è il rigore, inteso come rispetto verso se stesso e verso gli altri.
La relativizzazione della vita “Ha sintetizzato proprio nella densità della vita della persona il passaggio della realtà all’astrazione consegnando, ad una soggettività impreparata a volere ancora essere umana, negli idola di una libertà ridotta e di una volontà amplificata, un’esistenza che, non trovando la garanzia del suo stesso valore, valore appunto mai compiuto (perfetto) se non dato da un senso (Senso), può persino negarsi e spegnersi.”
Rocco Gentile, professore di Storia della Filosofia e docente di Bioetica
Deleterio appare particolarmente per le giovani generazioni, che si accontentano di consumare ciò che presente al momento, non educati a fare di quel momento la possibilità di comprensione di un senso più alto. La comprensione del rispetto.
Veniva insegnato il rispetto nelle “vecchie famiglie”, probabilmente sì, anche se non erano la perfezione…
A tal proposito, propongo una riflessione di Vanessa Combattelli.
“Ciononostante, esistevano anche tante famiglie sane e in quelle famiglie la relazione uomo-donna aveva trovato un insito equilibrio che, se non si basava sull’amore matrimoniale, quantomeno trovava riscontro nel rispetto reciproco.
Quando la sfera sociale è cambiata di rimando è mutata anche quella domestica. Come qualsiasi fenomeno fisico che si rispetti, cambiamenti esogeni hanno effetti su cambiamenti endogeni.
Ciò ha significato trovare un nuovo equilibrio e di rimando ripensare all’istituzione della famiglia.
Il benessere ha significato anche meno figli, ma perché le società sono cambiate, non soltanto per l’emancipazione femminile: siamo passati dall’essere figli di contadini a cittadini, ciò ha significato meno terra e meno necessità di avere braccia per lavorarla. Inoltre, la mortalità infantile diminuiva, e questo portava anche a riflettere diversamente il numero di figli da crescere.
La società si è ridimensionata, ha accolto cambiamenti di natura differente, la sfera sociale è domestica si è fusa, portando anche le due anime, maschile e femminile, a fondersi tra di loro, rivelarsi.
Io sono jungiana, per cui ritengo che ciascuno di noi abbia un lato maschile e femminile esistente, e questo è un bene, altrimenti saremmo bestie incapaci di amare l’altro (e lo amiamo proprio perché vediamo ciò che ci manca e ciò che siamo).
Questo ulteriore assetto rende necessario ricongiungersi verso un nuovo equilibrio, ove se prima le donne competevano per un buon partito, adesso lo fanno per una posizione lavorativa.
L’età media per avere famiglia è cambiata, e non sono soltanto le donne deciderlo, ma anche gli uomini che abbracciano forse un senso di deresponsabilizzazione, euforia continua, che ha totalmente revisionato la nostra capacità di vedere l’amore.
E nel frattempo queste fratture portano uomo e donna a percepire spesso l’amore come possesso, poiché in primis manca un processo di amor proprio che è l’unico strumento in grado di farci amare l’altro.
Quindi, pure nella totale libertà delle nostre scelte relazionali, manca la lucidità di associarsi a relazioni senza violenza, perché profondamente in balia di uno spettro emotivo di fragilità mai affrontato, tra la re definizione dei rapporti e di sé stessi.”


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.