Federalismo, regioni, autonomia… Quanta confusione!
Nella notte di mercoledì 19 giugno, dopo un lungo esame in aula, la Camera dei deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge sulla “autonomia differenziata”.
Ciò ha provocato le reazioni più disparate, dettate per la maggiore da ignoranza, quindi bene fare le giuste precisazioni.
“Sto cancro di un federalismo regionale con competenze alle regioni su materie che non possono avere competenze regionali, tipo commercio estero, nasce dalla famosa riforma del 𝐓𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕 della Costituzione, voluto dalla Sinistra nel 2001, su cui si basa il testo di Calderoli votato in Parlamento.” Enzo Raisi, già parlamentare della Repubblica
Chiarisce ulteriormente Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia
“Corsi e ricorsi storici. E…politici! Negi anni 1970 Giorgio Almirante, Segretario dell’MSI, fu protagonista di un memorabile boicottaggio parlamentare contro l’istituzione delle regioni, mai attuate anche se previste dalla costituzione del 1948. La destra allora difendeva i valori dell’unità e della solidarietà nazionale, considerando le regioni non necessarie, occasioni di clientela, spreco di risorse, confusione e incompetenza. Semmai ci voleva più Stato e più efficiente. Battaglia persa. Nel 1970 furono infine istituite le regioni. Successivamente Governi di centro sinistra promossero – sempre con l’opposizione della Destra – l’ampliamento dei poteri delle regioni e l’elezione dei “governatori” a suffragio universale diretto. Più di recente, negli anni 2000, la Sinistra si disse favorevole persino ad un ulteriore ampliamento dei poteri regionali, visti gli ottimi risultati conseguiti da alcune regioni (ad es. l’Emilia-Romagna) a fronte di un apparato statale sempre più in affanno nelle materie rimaste di sua competenza, soffocato da una ineliminabile, farraginosa burocrazia. Oggi, invece, l’autonomia regionale (differenziata) è diventata il cavallo di battaglia del centro destra (più della Lega, per la verità e meno di Fratelli d’Italia, ma il risultato non cambia) e la bandiera dell’unità e della solidarietà nazionale viene sventolata (a volte anche in maniera provocatoria) dalla sinistra. con buona pace dei “patrioti”! Ah la politica…”
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