21 Novembre 2024
Attualità

Fisco: la cultura delle tasse. I cittadini sono stanchi

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Anna Tortora

“Nel 2022 abbiamo recuperato nel complesso la cifra record di oltre 20 miliardi di evasione: è il più importante risultato di sempre”. Così afferma il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini e precisa che “contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno. Pagare le tasse è un fatto di giustizia verso chi, e sono la stragrande maggioranza, anno dopo anno versa fino all’ultimo centesimo anche a costo di sacrifici e nonostante l’innegabile elevata pressione fiscale.”

“Soltanto in un Paese squinternato come il nostro si può trovare un dipendente pubblico, il direttore dell’agenzia delle entrate, che polemizza con un ministro sul tema della politica fiscale, che è di stretta competenza del governo e del Parlamento.
Il direttore dell’agenzia delle entrate non fa politica. Se vuole farla, rinunci all’incarico e allo stipendio di 200 mila euro annui, e si candidi alle elezioni.”
Gerardo Verolino, giornalista
Come se tassare i cittadini fosse l’unica soluzione. In quale Paese si pressano i cittadini con le tasse? Nei regimi comunisti.
In Italia gli imprenditori vengono visti come dei nemici del popolo, degli orchi cattivi da tassare. Imprese al collasso e la Sinistra pensa a torchiarle ulteriormente. Il liberalismo non può mai andare avanti, perché è radicata l’idea totalitaria statalista. Tasse, tasse e solo tasse!
In questo momento quella di uno Stato liberale è una sfida perennemente lanciata alla coscienza collettiva. Fuori delle facili, ma solo apparenti, sicurezze dello Stato, occorre accettare il “rischio” del confronto, del mercato, della continua verifica della varie proposte di valore. E di quale valore possiamo parlare con le tasse?
“Gli imprenditori dovrebbero essere aiutati, non condannati” spiega Matteo Salvini
In uno Stato liberale e democratico, alla luce del sole, non ci si può nascondere, non si può barare.
“Che un governo di Cdx che teorizza un fisco giusto immagini un pignoramento automatizzato nei conti correnti da parte  dell’agenzia delle entrate è come minimo paradossale,surreale. Specie in un Paese in cui regna la confusione fiscale e le cartelle sono geroglifici, guazzabugli in cui c’è di tutto. Dov’è finita la cultura liberale?. Il punto è che nelle cartelle, faccio un esempio, non ci possono essere tasse e contravvenzioni statali e altro. Si parla di tasse ma l’Italia è piena di tasse indirette o di tasse camuffate. Ma ci sarà un motivo se i contribuenti vanno a risiedere in altri Paesi perché non ne possono più di questo fisco. “
Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale

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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.