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Gaza, Blinken oggi in Israele. All’Onu voto risoluzione su cessate fuoco

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(Adnkronos) – Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, oggi in Israele per sollecitare il governo di Tel Aviv ad accettare una tregua a Gaza, in vista del voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su un progetto di risoluzione statunitense che chiede un cessate il fuoco nell'enclave palestinese. Washington ha fatto sapere che sottoporrà al voto un documento sulla necessità di un "cessate il fuoco immediato come parte di un accordo sugli ostaggi".  "I negoziatori continuano a lavorare. Il divario si sta riducendo e continuiamo a spingere per un accordo a Doha. C’è ancora un lavoro difficile per arrivarci. Ma continuo a credere che sia possibile", ha detto ieri Blinken in Egitto, seconda tappa – dopo l'Arabia Saudita – del suo sesto viaggio nella regione dallo scoppio della guerra dopo il massacro da parte di Hamas del 7 ottobre. A Doha oggi per prendere parte ai negoziati anche il direttore della Cia Bill Burns. Secondo quanto hanno anticipato fonti bene informate citate da Cnn, parteciperà alle trattative anche il direttore del Mossad israeliano David Barnea, oltre che il Premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani e al ministro dell'Intelligence in Egitto, Abbas Kamel. 
Il principale nodo che rallenta i negoziati è che Hamas sostiene che rilascerà gli ostaggi solo nel quadro di un accordo che metta fine alla guerra, mentre Israele è pronto a discutere solo di una pausa temporanea. Gli Stati Uniti speravano di ottenere un cessate il fuoco di sei settimane e un accordo sugli ostaggi entro l'inizio del Ramadan, il 10 marzo, ma i successivi round di colloqui non hanno ancora dato risultati, con Washington che in gran parte incolpa Hamas per la situazione di stallo.  
Oltre 350 "terroristi di Hamas e della Jihad Islamica" sono stati catturati nell'operazione che l'esercito israeliano sta portando avanti da giorni nel complesso dell'ospedale al-Shifa a Gaza City. Lo ha indicato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, spiegando in un briefing che i combattimenti nell'area continuano dal momento che "ci sono terroristi di Hamas e della Jihad islamica che hanno deciso di barricarsi nella zona del pronto soccorso". Sottolineando che si tratta dell'operazione che ha visto il più alto numero di "terroristi" catturati dall'inizio della guerra, Hagari ha affermato che "si stanno arrendendo, li stiamo interrogando e ci stanno fornendo informazioni di intelligence molto preziose e importanti". Secondo Hagari, finora sono stati arrestati 500 sospetti, "358 dei quali sono terroristi di Hamas e della Jihad islamica". Il portavoce ha precisato che tra questi ci sono tre esponenti della Jihad islamica e alcuni dirigenti di Hamas. Nell'operazione inoltre sono stati eliminati 140 "terroristi".  L'esercito americano ha annunciato di aver distrutto nel Mar Rosso due missili balistici anti-nave e un drone navale lanciati dagli Houthi dallo Yemen. In una nota sul social X, il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha precisato che "è stato stabilito che queste armi rappresentavano una minaccia imminente per la coalizione e le navi mercantili nella regione".  Anche la Finlandia ha annunciato che riprenderà i finanziamenti all'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, accusata da Israele di collusione con Hamas. "Il miglioramento della gestione del rischio da parte dell'Unrwa, ovvero la prevenzione e l'avvio di un attento monitoraggio dei comportamenti scorretti, ci fornisce a questo punto garanzie sufficienti per continuare il nostro sostegno", ha dichiarato durante una conferenza stampa il ministro finlandese del Commercio estero e dello Sviluppo, Ville Tavio. Diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Italia e Gran Bretagna, hanno sospeso i finanziamenti all'Unrwa dal momento che, secondo Israele, 12 dipendenti dell'Agenzia avrebbero preso parte al massacro del 7 ottobre. Altri, come Canada, Australia e Svezia, hanno ripreso i finanziamenti, mentre l'Arabia Saudita ha annunciato un aumento dei fondi.   —internazionale/[email protected] (Web Info)


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