PoliticaPolitica Estera

Gaza, Netanyahu: “Pronti a azione estremamente potente nel nord”

Condividi

(Adnkronos) – Mentre a a Doha Egitto-Qatar-Usa cercano di rilanciare i negoziati per una tregua a Gaza, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, avverte Hezbollah che Israele è "pronto ad un'azione estremamente potente nel nord". "Chi pensa di poterci fare del male e che resteremo seduti con le mani giunte commette un grave errore", ha affermato Netanyahu durante una visita a Kiryat Shmona, al confine con il Libano, dove negli ultimi giorni si è registrata un'escalation tra le Idf e Hezbollah.  
Secondo gli Usa, ''Israele ha accettato la proposta" elaborata dall'Amministrazione Biden e ora "la palla è nel campo di Hamas", da parte del quale gli Stati Uniti stanno ancora aspettando una risposta. ''Stiamo aspettando una risposta da Hamas'', ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan ai giornalisti, aggiungendo che "Hamas potrebbe decidere che sia semplicemente meglio lasciare che la guerra, la sofferenza e la violenza continuino". Sullivan ha sottolineato che ''questo non sarebbe del tutto inusuale per un gruppo terroristico feroce e brutale, ma ciò che speriamo è che alla fine riescano a vedere che il modo migliore per porre fine a questa guerra, permettere il ritorno di tutti gli ostaggi e ottenere un'ondata di assistenza umanitaria, è accettare questa proposta''. Ma ora ''l'onere ricade su Hamas e rimarrà su Hamas finché non avremo una risposta formale da loro''. Ieri un alto funzionario di Hamas in Libano, Osama Hamdan, aveva fatto sapere che per l'organizzazione non è possibile accettare un accordo che non garantisca una posizione chiara da parte di Israele sul cessate il fuoco permanente e che non preveda un ritiro completo delle Forze di difesa israeliane dalla Striscia di Gaza. "Non ci sarà un accordo con Israele sullo scambio di prigionieri'' se l'Idf non ferma la guerra, ha detto.  La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, a maggioranza repubblica, ha approvato un provvedimento per sanzionare la Corte penale internazionale dell'Aia dopo la richiesta di mandato di arresto internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del suo ministro della Difesa Yoav Galant. Il provvedimento ha ottenuto 247 voti a favore e 155 contrari. Anch 42 democratici hanno votato con i repubblicani.  
Un cittadino siriano ha sparato contro l'ambasciata degli Stati Uniti a Beirut e poi è stato fermato dalle guardie di sicurezza che lo hanno ferito. Lo ha reso noto l'esercito libanese spiegando che i militari dispiegati nella zona hanno risposto agli spari, ferendo l'uomo che ha sparato. L'aggressore è stato arrestato e trasferito in ospedale per le cure. In un post su 'X' l'ambasciata di Washington a Beirut ha confermato che ''alle 8 e 34 ora locale sono stati segnalati spari con armi leggere in prossimità dell'ingresso dell'ambasciata americana''. Il personale diplomatico ha voluto ''ringraziare per la rapida reazione l'esercito libanese e il nostro team di sicurezza dell'Ambasciata'' che hanno permesso alla ''nostra struttura e al nostro team di essere al sicuro. Le indagini sono in corso e siamo in stretto contatto con le forze dell’ordine del paese ospitante'' conclude il tweet.  
L'Idf ha colpito cinque siti nel sud del Libano. Lo riferisce l'esercito israeliano, precisando che le aree in questione sono Zabqin, Ayta ash Shab, Odaisseh, Blida e Markaba. Nei rai sono stati colpiti due siti di lancio missilistici di Hezbollah e tre edifici militari, hanno aggiunto i militari. Il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha detto ieri che l'esercito è preparato "per un'offensiva nel nord contro Hezbollah. Siamo vicini a un punto decisivo".  Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno utilizzato ''in modo diffuso'' munizioni al fosforo bianco nei suoi attacchi oltre la frontiera nel sud del Libano. Lo ha affermato Human Rights Watch (Hrw) denunciando che questi attacchi stanno mettendo i ''civili in una situazione di grave rischio'' e stanno aggravando l'ulteriore sfollamento della popolazione locale. Nel suo ultimo rapporto, Hrw ha affermato di aver documentato l'uso del fosforo bianco da parte di Israele negli attacchi contro almeno 17 comuni nel sud del Libano dall'ottobre del 2023. "L'uso da parte di Israele di munizioni al fosforo bianco con esplosione aerea in zone popolate danneggia indiscriminatamente i civili e ha portato molti a lasciare le loro case", ha detto Ramzi Kaiss, ricercatore libanese di Hrw. ''Le forze israeliane dovrebbero immediatamente smettere di usare munizioni al fosforo bianco nelle aree popolate, soprattutto quando sono disponibili alternative meno dannose'', ha aggiunto Kaiss.  Un ordigno è esploso in una base militare delle Forze di difesa israeliana (Idf) nel sud di Israele causando il ferimento di nove soldati, di cui due in modo grave. Lo riferisce l'esercito spiegando che tutti i soldati sono stati portati negli ospedali per le cure. L'Idf sta indagando sull'esplosione, spiega il Times of Israel.  —internazionale/[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Redazione

I nostri interlocutori sono i giovani, la nostra mission è valorizzarne la motivazione e la competenza per creare e dare vita ad un nuovo modo di “pensare” il giornalismo. [email protected]