Attualità

I dati, il metodo scientifico e l’indagine sierologica

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di Alessandro Capezzuoli, funzionario ISTAT e responsabile osservatorio dati professioni e competenze Aidr

La scienza, parola che deriva dal latino scire, sapere, è basata sulla condivisione. Il sapere e la conoscenza non condivisi sono di scarsa utilità alla crescita collettiva. Newton, in una lettera indirizzata a Robert Hooke, scrisse una frase che sintetizza perfettamente questo concetto: “Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti”. La conoscenza collettiva è alla base di qualsiasi scoperta scientifica perché permette agli studiosi di condurre delle ricerche fondate su una qualche tipo di intuizione, che deriva dagli errori e dagli studi condotti e documentati da altri. Ci sono pochissime intuizioni che danno un’accelerazione a questo processo e cambiano radicalmente il modo di pensare. Il metodo scientifico, di cui Galileo Galilei è stato il protagonista, ha rappresentato uno dei cambi di  paradigma più importanti della storia della scienza, una vera rivoluzione culturale  attraverso la quale la matematica ha sostituito la filosofia nella descrizione dei fenomeni naturali. Si può dire che la scienza moderna derivi dall’intuizione di  Galileo, il quale sosteneva che “Tra le sicure maniere per conseguire la verità è l’anteporre l’esperienze a qualsivoglia discorso, essendo noi sicuri che in esso, almanco copertamente, sarà contenuta la fallacia, non sendo possibile che una sensata esperienza sia contraria al vero”. In sostanza, Galileo sostiene con sicurezza che qualsiasi tipo di discorso (filosofico) contenga “la fallacia”, mentre la “sensata esperienza” sia l’unico strumento per conseguire la verità. Un pensiero di questo tipo, in quell’epoca, fu rivoluzionario quanto le parole che Gesù predicò molti secoli prima: infatti Galileo lo pagò salatamente non con la crocifissione ma con la scomunica e con la successiva costrizione all’abiura. L’osservazione è la condizione di partenza per lo studio di qualsiasi fenomeno. Attraverso l’osservazione è possibile porsi delle domande sulla base delle quali si possono formulare delle ipotesi. Nel momento in cui sono chiare le ipotesi, poiché di solito i fenomeni fisici, chimici, biologici o sociologici sono molto complessi, è necessario schematizzare il fenomeno per ridurre il livello di complessità: basti pensare al lancio di un oggetto e allo studio della sua traiettoria, che dipende dalla forma, dall’attrito, da eventuali perturbazioni e che viene schematizzata nella traiettoria di un oggetto puntiforme. La schematizzazione consente di costruire un modello semplificato, modificabile all’occorrenza per inserire ulteriori gradi di complessità. La veridicità delle ipotesi è subordinata alla verifica sperimentale, che consiste nella misura, nella rilevazione dei dati e nella successiva analisi. I dati possono confermare o smentire l’ipotesi: nel primo caso si può formulare una legge e fare delle previsioni, nel secondo caso occorre riformulare l’ipotesi.


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