Attualità

I delatori e il Governo da Covid19

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Anna Tortora

Il momento dei delatori da Covid è sciaguratamente tornato.
Così come il reddito di cittadinanza non ha eliminato la povertà, ma solo incrementato l’assistenzialismo parassitario, così la propaganda anti Covid non sta facendo altro che danni.

E non si illudano gli odiatori sociali, tramutati in delatori: l’aumento di luce e gas, a causa del lockdown ha colpito soprattutto loro.
Prevale la convenienza del momento, il piegare la ragione ed il buon senso alla dittatura dei qualunquisti che imperversano sui social. Una generale ipocrisia, una pavidità che diventa idiosincrasia per il vero e che ben testimonia di che pasta siano fatti. Insomma ancora una volta la Costituzione e la buona politica è stata data in pasto alla gente sotto le mentite spoglie del cambiamento, per accontentare il popolo perché addirittura gioisca della diminuzione delle proprie prerogative democratiche (libertà) senza rendersi conto che lentamente si sta trasformando in suddito.

“Il governo con il quale ogni santo giorno ci dobbiamo, purtroppo, confrontare se non vogliamo avere brutte sorprese è uno speciale tipo di esecutivo che possiamo denominare così: governo metafisico. Si tratta di un ministero sulla scorta di una situazione eccezionale quale l’epidemia – un’epidemia a sua volta eccezionale perchè, per fortuna, non paragonabile nè per diffusione nè per mortalità alla ‘spagnola’ di un secolo fa – ritiene di poter fare e disfare di tutto. Come ha esplicitamente detto il presidente del  Consiglio, per avere la sicurezza della salute è necessario limitare o rinunciare ad alcune libertà individuali.

Si tratta, in pratica, di uno scambio. Peccato che sia uno scambio a perdere che non mantiene ciò che promette dal momento che la possibile sicurezza della salute non dipende dalla limitazione della libertà bensì dal sevizio sanitario che è il vero concreto servizio che il governo ha il dovere di garantire. Così in questo scambio scellerato gli italiani passano da cittadini a sudditi[…]”
Giancristiano Desiderio

Un mondo in mano a pochi che impongono il pensiero unico è un mondo illiberale, un mondo dove, in nome del buonismo di facciata, ora supportato da un’emergenza, si diventa schiavi di un potere nuovo.
Se vai a caccia di asintomatici accade che esegui tamponi e risultino positivi. Se non si eseguissero tamponi, come fino ad un mese fa, nessuno saprebbe di essere positivo. Ergo, sono andati in giro gli asintomatici e nessuno ne era a conoscenza.
In Campania, ad esempio, se ne vedono di tutti i colori.
Sulla pagina del folcloristico governatore De Luca, una miriade di delatori, ad ogni suo post, chiedono di chiudere tutto, e magari, o molto probabilmente, fino a quindici giorni fa erano ovunque senza mascherina ad assembrarsi. Ma niente, per loro è il lockdown l’unica ragione di vita.

Poi c’è una fetta di avversari di De Luca su cui qualcuno aveva riposto speranze e… peggio che andar di notte: parlano di dati allarmanti per dare la colpa a De Luca (che ce l’ha), che a sua volta dà la colpa ai cittadini che a loro volta si danno la colpa tra di loro. A nulla è servita la retromarcia dello stesso De Luca che lamenta la mancanza di posti letto negli ospedali perché occupati da asintomatici.
Una doppiezza che è diventata quasi ontologica e che rinnova l’abitudine di criminalizzare i cittadini per ergersi a salvatori della salute pubblica.

Più passa il tempo e più mi convinco che la gente viva di luoghi comuni. Grandi parcheggi mentali confusi con verità assolute, status quo farciti di immobilismo totale, dai quali è più difficile smantellarsi che smantellare. I luoghi comuni non hanno mai fatto il futuro, né la lungimiranza di nessuno. Come i delatori che aggravano le situazioni portando distruzione.
Assolutamente ridicolo se non fosse tragico.
Tacito, negli Annales, si scagliava ferocemente contro i delatori “Delatores, genus hominum publico exitio repertum, et poenis quidem numquam satis coercitum per praemia eliciebantur”
A Napoli la delazione può essere annoverata tra le varie forme di cazzimma.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.