5 Gennaio 2025
Attualità

I genitori di Cecilia Sala chiedono il silenzio stampa: “Fase delicata”

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(Adnkronos) – Dopo l'incontro di ieri con Meloni a Palazzo Chigi, la mamma e il papà di Cecilia Sala chiedono ora il silenzio stampa sul caso. Il messaggio di Renato Sala e Elisabetta Vernoni, genitori della giornalista detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso, arriva attraverso Il Foglio.  "La situazione di nostra figlia, Cecilia Sala, chiusa in una prigione di Teheran da 16 giorni, è complicata e molto preoccupante. Per provare a riportarla a casa – spiegano i genitori di Sala – il nostro governo si è mobilitato al massimo e ora sono necessari oltre agli sforzi delle autorità italiane anche riservatezza e discrezione. In questi giorni abbiamo sentito l'affetto, l'attenzione e la solidarietà delle italiane e degli italiani e del mondo dell'informazione e siamo molto grati per tutto quello che si sta facendo.  "La fase a cui siamo arrivati è, però, molto delicata – aggiungono – e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione. Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo il silenzio stampa", chiedono  "Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare accogliendo questa nostra richiesta", aggiungono i genitori di Cecilia Sala. Intanto l'ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, è stata ricevuta questa mattina al ministero degli Esteri iraniano per il caso di Cecilia Sala.  A quanto si apprende, Amadei – che ha incontrato il direttore per l'Europa del ministero – ha rinnovato la richiesta di rilascio immediato per Sala e la possibilità di farle arrivare in carcere generi di prima necessità. Intanto il governo di Giorgia Meloni è al lavoro sul caso, premendo su Teheran non solo per il rilascio ma anche – nell'attesa – per un trattamento della reporter imprigionata che sia "rispettoso della dignità umana". A confermarlo nella serata di ieri una nota da Palazzo Chigi, che in una nota ha illustrato le richieste del governo dopo un vertice sul caso e posto l'accento anche su un altro detenuto: l'ingegnere iraniano Mohammad Abedini, arrestato su richiesta Usa a Malpensa il 22 dicembre scorso, attualmente in carcere a Milano, per il quale Teheran chiede a sua volta la liberazione ma che per ora la procura ha chiesto di non trasferire ai domiciliari. La decisione dei giudici sul 38enne iraniano è attesa per il prossimo 15 dicembre.  —internazionale/[email protected] (Web Info)


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